Una donna forte che visse una vita ricca di avventure per amore dell’arte…
Marguerite Guggenheim, detta Peggy, nacque il 26 agosto 1898 a New York, figlia di Florette Seligman e Benjamin Guggenheim, e nipote di Solomon R. Guggenheim, proprietario del Museo Guggenheim.
Peggy era l’erede di una ricca famiglia ebraica, proveniente dalla Svizzera, che aveva costruito le proprie fortune industriali impegnandosi nell’estrazione dell’acciaio, del rame e dell’argento e anche la famiglia materna, i Seligman, proveniva da una stirpe di banchieri statunitensi.
La Guggenheim entrò in possesso di una parte dell’eredità paterna nel 1919, appena diventata maggiorenne, ma la sua quota era molto più piccola rispetto a quella dei suoi parenti, poiché il padre aveva dilapidato parte del denaro a Parigi.
Dopo un lungo viaggio che la condusse fino alle cascate del Niagara e, in seguito, nei pressi della frontiera messicana, entrò a far parte del mondo dell’avanguardia, lavorando presso la Sunswine Turn, una libreria newyorchese, e partecipando a salotti e circoli importanti, dove conobbe Laurence Vail, un pittore del movimento dadaista, che sposò a Parigi nel 1922, da cui ebbe i figli Sinbad e Peegen.
Trasferitasi a Parigi, Peggy frequentò i salotti bohemiens, dove entrò in contatto con diversi artisti dell’avanguardia europea, inclusi Marcel Duchamp, Constantin Brancusi e Man Ray.
Strinse amicizia con Romaine Brooks, pittrice, e con Natalie Barney, scrittrice che le fece conoscere Djuna Barnes, di cui fu la protettrice durante la scrittura del libro Nightwood.
In seguito al divorzio dal marito, avvenuto nel 1928, Peggy iniziò a viaggiare per il continente con i figli, facendo spesso tappa a Parigi.
A Londra la Guggenheim nel gennaio 1938 inaugurò, con Jean Cocteau, la galleria Guggenheim Jeune, che fu la prima di una serie di collezioni che ne fecero una delle più forti sostenitrici dell’avanguardia europea, con nomi come Jean Arp, Henry Moore, Antoine Pevsner, Alexander Calder, Henri Laurens, Pablo Picasso, Raymond Duchamp-Villon, Georges Braque, Max Ernst e Kurt Schwitters.
Peggy decise, nel 1939, di trasformare la sua collezione di Londra in un museo vero e proprio e comprò opere di artisti come Piet Mondrian, Francis Picabia, Fernand Lèger, Salvador Dalì e Georges Braque.
Tornata a New York con il progredire della guerra mentre l’esercito tedesco marciava verso Parigi, dove Peggy si era risposata nel 1941 con Max Ernst, inaugurò nella Grande Mela la galleria Art of this century, dove comparve il nome, allora sconosciuto, di Jackson Pollock.
Dopo aver divorziato da Ernst nel 1943, la Guggenheim alla fine della guerra tornò a Venezia, dove nel 1948 la sua collezione fu accolta alla Biennale.
Poco dopo comprò, sul Canal Grande, Palazzo Venier dei Leoni, che fu la sede in cui spostò la sua collezione in maniera definitiva.
Dopo aver deciso di donare alla Fondazione Solomon Guggenheim la sua collezione e Palazzo Venier dei Leoni, Peggy morì a Camposampiero, in provincia di Padova, all’età di 81 anni il 23 dicembre 1979.
Peggy riposa a Palazzo Venier dei Leoni, nell’angolo del giardino, dove era solita seppellire i suoi cani.