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Palma Bucarelli fu una delle più importanti direttrici di museo italiane del Novecento, promuovendo l’avvento dell’arte contemporanea nelle esposizioni e favorendone la comprensione da parte del pubblico con mostre didattiche e cicli di conferenze…

Nata a Roma il 16 marzo 1910, Palma visse un’infanzia nomade seguendo il padre, funzionario di prefettura, trascorrendo un periodo anche in Libia.

Si laureò in Storia dell’Arte a Roma con Pietro Toesca e, durante il corso di perfezionamento, conobbe Giulio Carlo Argan, che sarà per tutta la vita, il suo punto di riferimento personale e professionale.

Dopo aver vinto il concorso per la carriera direttiva degli storici dell’arte, dal 1933 al 1936 lavorò alla Galleria Borghese, poi fu trasferita alla Soprintendenza di Napoli, dove rimase un anno. Nell’agosto 1937 Palma divenne l’ispettrice alla Soprintendenza del Lazio, e dal dicembre 1939 ispettrice presso la Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, diretta all’epoca da Roberto Papini.

Dal 1941, trasferito Papini a Firenze, divenne la soprintendente unica e, durante la guerra, fu la promotrice di un grandioso salvataggio di opere d’arte, nascoste a Palazzo Farnese a Caprarola e poi a Castel Sant’Angelo.

Nel 1944 riaprì la Galleria, con undici sale dedicate alla giovane pittura italiana, con nomi come Morandi, Scipione e Savinio, mentre il suo presunto ostruzionismo nei confronti di De Chirico determinò un’inimicizia duratura, e molte polemiche negli anni a seguire.

Grazie anche al supporto di Lionello Venturi, dal 1946 la direttrice avviò un’attività didattica avanzata, parallela a quella promossa da Caterina Marcenaro a Genova e, dal 1948, la predilezione per l’astrattismo si fece sempre più netta con la mostra Arte astratta in Italia.

Nel 1951 fu la volta di Arte astratta e concreta in Italia, che sancì ulteriormente l’orientamento del museo.

Perilli, Consagra, Dorazio, Turcato, Corpora, Scialoja, Capogrossi erano tra i pittori della Bucarelli e fra le acquisizioni internazionali c’erano opere di Moore, Klee, Ernst, Giacometti, Zadkine e Picasso.

Legata dal 1936 al giornalista del Corriere della Sera Paolo Monelli, che sposò solo nel 1963, nel 1952 Palma si trasferì in un appartamento situato in un’ala del museo.

Gli anni Cinquanta furono quelli delle grandi mostre che le regalarono notorietà per le scelte anticonformiste, come Picasso (1953), Scipione (1954), Mondrian (1956, con allestimento di Carlo Scarpa) e Pollock (1958) che fece esplodere la polemica astrattismo-realismo.

Intanto, la soprintendente scrisse la monografia su Fautrier, pubblicata nel 1960 dal Saggiatore.

Gli anni Sessanta furono punteggiati da grandi riconoscimenti, nel 1961 compì un tour di conferenze negli Stati Uniti, e nel 1962 fu nominata commendatore dal presidente Segni.

In seguito Bucarelli, capace di vedere il nuovo e di promuoverlo, diede un nuovo corso al programma culturale della Galleria, ospitando gli spettacoli di Tadeusz Cantor, i concerti di Nuova Consonanza, la mostra di Piero Manzoni nel 1971.

Costretta a difendersi da accuse sui criteri d’acquisto adottati durante la sua gestione, Palma non cedette mai, difendendo sempre il suo operato.

Nel 1972 ricevette la Légion d’Honneur e divenne Accademica di San Luca, nel 1975 fu nominata Grande ufficiale della Repubblica.

Ormai in pensione, Palma donò una sessantina di opere d’arte della sua collezione alla Galleria, i carteggi all’Archivio di Stato e la biblioteca all’Accademia di San Luca, prima di morire in una clinica romana il 25 luglio 1998.