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Sabato 19 marzo è il giorno della prima classica della stagione ciclistica, la Milano Sanremo, che ripropone il percorso tradizionale con Turchino, Capi, Cipressa e Poggio prima dell’arrivo in via Roma dopo 293 km.

La grande novità è la partenza dallo storico velodromo milanese Maspes-Vigorelli e, dopo il trasferimento cittadino, il km 0 sarà posizionato come sempre in via della Chiesa Rossa.

La 113^ Milano-Sanremo avrà una lunghezza di 293 chilometri che porteranno i corridori dal km 0 di via della Chiesa Rossa a Milano al rettilineo finale di via Roma e sul percorso classico per più di 110 anni ha collegato Milano con la riviera di Ponente attraverso Pavia, Ovada, il Passo del Turchino per scendere su Genova Voltri.

Da lì si procederà verso ovest attraverso Varazze, Savona, Albenga fino a Imperia e San Lorenzo al Mare dove dopo la classica sequenza dei Capi (Mele, Cervo e Berta) si affrontano le due salite inserite negli ultimi decenni, Cipressa e Poggio di Sanremo.

A 9 km dall’arrivo inizia la salita del Poggio di Sanremo, che presenta una carreggiata leggermente ristretta e quattro tornanti nei primi 2 km per arrivare nell’abitato di Sanremo.

L’idea di svolgere lungo il percorso Milano-Sanremo una competizione podistica venne ai membri dell’Unione Sportiva Sanremese e l’evento si tenne il 2 aprile 1906, su due tappe, Milano-Acqui e Acqui-Sanremo, con i premi Marcia Milano-Sanremo e Gara per il Record del chilometro.

La gara fu un parziale insuccesso e un anno dopo il giornalista Tullo Morgagni, che aveva lanciato il Giro di Lombardia, ebbe l’idea di utilizzare il percorso per una corsa ciclistica.

Il 14 aprile 1907 si svolse la prima edizione della Milano – Sanremo ciclistica, con trentatré dei sessantadue corridori iscritti e a vincere fu il francese Lucien Petit – Breton, sotto contratto con la Bianchi, che completò i 281 chilometri del percorso a 26,206 l’ora di media.

Nel 1910 la Classicissima entrò nella leggenda delle due ruote, in una giornata dove di sessanta iscritti solo sette riuscirono ad arrivare al traguardo, e a vincere fu il francese Eugène Christophe. Subito dopo arrivò l’era di Costante Girardengo, che vinse questa classica per ben sei volte in undici anni e classificandosi per undici volte tra i primi tre.

Seguirono gli anni Guerra e Binda, da ricordare per le sconfitte cui andarono incontro per la loro grande rivalità, come poi accadde a Bartali e Coppi.

Seguì un periodo difficile ma per gli italiani che, dopo la vittoria di Loretto Petrucci del 1953, per ben sedici anni non seppero più imporsi, fino alla vittoria di Michele Dancelli nel 1970.

Nel 1965 fu inserita nel percorso la salita di Ponte di Merlo spostando la partenza reale alla Certosa di Pavia, ma, nonostante l’esito sfavorevole ai velocisti l’esperimento non fu ripetuto.

Un anno dopo cominciò l’era Merckx, che con sette affermazioni superò lo storico record di Girardengo e dal 1997 il velocista tedesco Zabel seppe inanellare una lunga striscia positiva di quattro vittorie e due secondi posti.

Fra le vittorie più belle degli ultimi tre decenni sono ricordate quella di Sean Kelly nel 1992, quando raggiunse Moreno Argentin lungo la discesa del Poggio per poi batterlo in uno sprint a due, e quella di Andrei Tchmil nel 1999, che riuscì a giungere sul traguardo con pochissimi secondi d’anticipo sul gruppo, regolato da Zabel.

L’edizione numero 100 ha visto il trionfo di Mark Cavendish, che ha superato al fotofinish il tedesco Heinrich Haussler, scattato in anticipo sul gruppo a 250 metri dal traguardo.