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Appena 5 giorni dopo Yom Kippur per gli ebrei è il momento della festa di Sukkot, o festa della capanne, che dura dal 15 al 22 del mese di Tishrì ed è la più gioiosa delle tre feste di pellegrinaggio dell’epoca biblica, in quanto cade nella stagione dell’autunno, dove sono stati deposti i raccolti ed è terminata la vendemmia.

Il primo simbolo di questa festa è composto dalla capanna o sukkà, che in origine aveva un significato legato allo sfondo agricolo, dato che si trattava del capanno provvisorio costruito dai vignaioli, ma già nella Scrittura divenne simbolo e rievocazione dei 40 anni trascorsi sotto le tende dal popolo di Israele dopo essere uscito dall’Egitto.

La sukkà deve essere considerata a un tempo stesso  rifugio e dimora in cui è piacevole soggiornare e, dove il clima lo consentiva, un tempo era previsto vivesse continuamente nella capanna,  ora vi si consuma almeno il pasto della prima sera di festa e si è esortati a studiarvi, leggere, conversare.

Nelle funzioni sinagogali un ruolo molto importante è riservato all’altro principale simbolo della festa, cioè, le quattro specie,  costituite dal lulav, cioè da un ramo di palma, da un ramo di salice e da un ramo di mirto, tenuti nella meno destra, mentre nella sinistra si tiene un etrog (cedro) e assieme simboleggiano la fertilità della terra alla conclusione del raccolto.

Durante la preghiera, il lulav viene fatto ondeggiare in tutte la direzioni per chiedere la pioggia e per indicare il dominio di Dio, e si compie un giro intorno alla sinagoga, pronunciando inni, contraddistinti dal ritornello hosha’na, cioè salvaci.

Ci sono due momenti evidenziano lo spirito di questa festa:, il primo è costituito dalla cerimonia dove vengono portati in processione i rotoli della Torah; il secondo è la chiusura del ciclo annuale di lettura della Torah.

Infatti alla proclamazione dell’ultimo capitolo del Deuteronomio, con cui termina il Pentateuco, segue subito la lettura del primo capitolo della Genesi.

Il senso di questa saldatura mostra come il ciclo della proclamazione della parola deve essere ininterrotto, infatti la fine va a congiungersi con l’inizio.