“San Vastianuzzu, u santu nudu ca si porta lu friddu” è il proverbio, diffuso in tutta la Sicilia, legato al Santo frecciato, festeggiato proprio nel bel mezzo dell’inverno.
Il culto a Sebastiano è molto diffuso in tutta la Sicilia, dove Ferla, Belvedere, Sortino, Tortorici, Enna sono le città di cui è il santo patrono.
L’alloro è una caratteristica di questa festa, soprattutto a Palazzolo Acreide, e secondo la tradizione era di alloro l’albero a cui il santo fu legato prima di subire il martirio.
Sebastiano è il protettore di Palazzolo Acreide, festeggiato il 20 gennaio, e con una sfarzosa processione il 10 agosto , quando il fercolo sfila per le strette vie del paese tra lo sparo di ‘nzareddi, l’offerta dei bambini e fantasmagorici giochi pirotecnici.
La festa di San Sebastiano ad Acireale è legata alla processione del 20 Gennaio quando, intorno alle 11 del mattino, il fercolo argenteo si affaccia sul sagrato della basilica, poi inizia la tradizionale corsa verso piazza Duomo, con il saluto del treno alle 16 a ricordo del 20 Gennaio 1916 quando, salendo sul treno in partenza per la trincea, i soldati furono incoraggiati dallo sguardo del loro santo protettore.
A portarlo in processione sono i devoti che camminano senza scarpe e indossano un maglione, una fascia e un fazzoletto portato a mò di bandana, a ricordo della Peste Nera.
La festa di Sebestiano a Mistretta si svolge il 20 Gennaio e il 18 Agosto, che sono la “festa ranni” e la “festa di votu”.
Il pesante fercolo dorato viene sorretto a fatica da 60 portatori, mentre il popolo segue a frotta il tragitto processionale lungo le vie tortuose della città illuminate da centinaia di luci e anticamente veniva anticipata dai tipici giochi di paese come la “ntinna a palu” e i “pignati”.
Siracusa invece festeggia il suo compatrono proprio nella chiesa di piazza Duomo, adiacente alla cattedrale.
In provincia di Siracusa si trova Melilli, altro centro votato a San Sebastiano, festeggiato il 20 Gennaio e il 3 e 4 Maggio e che richiama i cittadini da Carlentini, Lentini e altri comuni.
I nuri, cioè uomini, donne e bambini vestiti di bianco con fazzoletto in testa, sono i protagonisti della cerimonia, dove gridano: “Semu vinuti ri luntanu, viva Diu e san Mastianu”.
Nell’ennese il santo è venerato nel capoluogo, in una chiesina posta lungo il viale, ma dalla caratteristica iconografia, ma è Cerami il fulcro del culto a San Sebastiano nel centro della Sicilia, ricco di folklore e devozione.