indy43

Con l’uscita del gran finale della saga di Indiana Jones, diamo uno sguardo al passato e alla storia di un gioco oggi entrato nell’Olimpo dei videogiochi più belli di sempre…

Uno dei migliori videogiochi mai approdati nel mondo del computer è Indiana Jones and the Fate of Atlantis, traducibile in Il Destino di Atlantide, capolavoro degli studi Lucasarts, pubblicato nel 1992, che fu una delle più belle produzioni che si possono ricordare nella memoria di un videogiocatore.

Appartenente al genere delle avventure grafiche punta e clicca,  di cui Lucasarts fu la regina  per un decennio, il titolo è, per molti, la summa videoludica del suo genere e resta insuperato.

Dal comparto grafico al sonoro, passando da animazioni e risoluzione di enigmi sopraffine, non c’è niente che nel gioco non vada, rendendolo praticamente perfetto.

L’introduzione non è in computer grafica ma è fatta con il motore di gioco e, sulle note della mitica colonna sonora dell’archeologo più famoso del mondo, il giocatore è chiamato a interagire durante la intro, un cosa mai vista prima o vista raramente.

Nel 1939 al Barnett College di New York il signor Smith chiede al professore e archeologo Indiana Jones di ritrovare per lui una misteriosa statuetta che dovrebbe essere finita da qualche parte negli archivi dell’università.

La statuetta si rivelerà  però essere uno dei numerosi indizi che potrebbero portare a scoprire la mitica Atlantide e il signor Smith si rivelerà essere Klaus Kerner, agente del Terzo Reich.

I nazisti hanno anche la collaborazione del dott. Ubermann, un folle maniaco che ha intenzione di trovare Atlantide per usufruire delle sue immense risorse energetiche, costituite dal misterioso metallo dell’oricalco cui fece un accenno Platone in un dialogo perduto.

La vicenda si complicherà portando il nostro eroe a viaggiare in lungo e in largo specialmente nel Mediterraneo, accompagnato da Sophia Hapgood, sua ex-fiamma ed ex-archeologa, ora datasi alla parapsicologia e le sue visioni riguardanti un misterioso dio Nur-Ab-Sal possono essere un’ulteriore chiave per raggiungere il continente perduto.

Per la complessità del titolo e per la profondità di temi, molti pensavano allora che presto ne avrebbero fatto una edizione cinematografica, ma oggi solo chi è appassionato di videogiochi può godersi questo autentico kolossal, comodamente seduto a casa, armato di mouse, logica e pazienza.