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Giunto alla XXIII edizione, Orta Festival è un appuntamento molto apprezzato del calendario delle manifestazioni vita sulle rive del Cusio.

Il concerto d’apertura di Orta Festival di sabato 1 luglio vede come protagonista la musica di Wolfgang Amadeus Mozart e la serata si chiuderà con l’esecuzione della Serenata 48 di Čajkovskij, che riflette la sconfinata venerazione dell’autore per lo stile del tardo XVIII secolo.

Nel secondo appuntamento di domenica 2 luglio, sempre nella splendida cornice dell’Isola di San Giulio saranno protagonisti Enrico Bronzi, violoncellista tra i più importanti della sua generazione, e il suo storico collega nel Trio di Parma, il violinista Ivan Rabaglia, le viole di Francesco Fiore e Giuseppe Russo Rossi, il violoncello di Matteo Pigato e una giovanissima violinista, Misia Iannoni Sebastianini, già a capo del brillante Quartetto Werthe, per le note di György Ligeti e il magnifico Sestetto per archi Souvenir de Florence» di Čajkovskij.

È un gradito ritorno ad Orta Festival quello di Dimitri Ashkenazy, che venerdì 7 luglio avrà al suo fianco la pianista Raffaella Damaschi e il fagottista Michele Fattori che, già membro della Karajan-Akademie a Berlino, ha suonato con l’Orchestra Mozart e Claudio Abbado e collabora con la London Symphony Orchestra e la Mahler Chamber Orchestra.

È un onore ospitare Filippo Gorini, giovane interprete vincitore a soli 27 anni del Premio Abbiati, prestigioso riconoscimento della critica italiana, quale miglior solista dell’anno 2022, che sabato 8 luglio con un programma che include Ludwig van Beethoven, Johannes Brahms e la Sonata n. 20 D 959, testamento spirituale dell’ultimo Schubert.

Il giovane pianista francese Théo Fouchenneret, che ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Ginevra nel 2018,  venerdì 14 luglio  offre un concerto che mette a confronto due mondi espressivi completamente differenti con il Quintetto op. 89 (1903-1906) di Gabriel Fauré e il

Quintetto op. 34 di Brahms.

Rossano Sportiello che si è formato in Italia,  considerato dalla critica internazionale uno dei Top Stride Piano Player contemporanei a livello mondiale,  sabato 15 luglio proporrà  un concerto di musiche da George Gershwin a Duke Ellington.

La chiusura del festival sarà domenica 16 luglio con la  violinista svizzera Esther Hoppe, acclamata dalla stampa per il suo suono, la padronanza stilistica e le interpretazioni virtuosistiche eppur sensibili e, con il suo violino del 1722, il De Ahna  di Antonio Stradivari, farà ascoltare due Partite e una Sonata dall’opus per violino solo di Johann Sebastian Bach, il cui autografo risale al 1720.

L’arte di eseguire le Sonate e Partite di Bach, non si basa solo su qualità violinistiche riconducibili a un’intonazione e una tecnica perfette, dato che si deve creare una polifonia lineare su di uno strumento monodico.

Questo magnifico programma risuonerà nel luogo che più si addice alla musica di Bach, che sarà ancora una volta la Basilica dell’Isola di San Giulio.