simmenthal

Un marchio che, dalla fine dell’Ottocento,  è il simbolo della carne in scatola in Italia…

Nella Milano di fine Ottocento Pietro Sada non era solo un bravo commerciante, ma anche un artigiano del cibo capace di guardare molto avanti.

Tra le cose che Sada vendeva nella sua bottega in città c’era il bollito, che lavorava nel laboratorio di Crescenzago ed era così buono  che i clienti facevano la fila per acquistarlo, specialmente il sabato per il pranzo domenicale.

I guadagni spinsero Pietro, nella sua Crescenzago, a studiare  un sistema di lavorazione e conservazione della carne che ne permettesse  il consumo nel tempo, sempre mantenendola buona e appetibile.

Ma Sada non era solo un uomo di grandi vedute, fu anche un esperto di marketing, infatti le cronache raccontato che,  saputo del tentativo della prima trasvolata delle Alpi in mongolfiera da parte dello svizzero Gondrand, Pietro gli offrì il suo bollito in scatola come parte delle sue razioni per il viaggio.

Dopo che l’impresa aviatoria ebbe successo, il bollito in scatola di Pietro Sada divenne il cibo che tutti desideravano  provare.

Nel 1923 Gino Alfonso, il figlio di Pietro, fondò la Società Anonima Alfonso Sada e se la produzione era artigianale,  perché le 5.000 scatolette giornaliere venivano  fatte a mano, l’ambizione  era di diventare un’industria e così fu registrato il marchio Simmenthal, nome ispirato da una razza bovina svizzera nota per la bontà della carne.

L’azienda seguì con successo la via industriale, negli anni Trenta arrivò a produrre 25.000 scatolette al giorno e anche le forniture belliche ne spinsero  la produzione.

La Simmenthal entrò così nell’immaginario italiano per non uscirne più, grazie ad una grande attenzione alla comunicazione che giocava  sul sillogismo tra la carne fresca, l’ottima carne fresca, da cui nasce la carne in scatola.

Inoltre la Simmenthal  da subito ebbe una grande strategia di cross marketing, grazie alle pubblicità che ne proponevano la messa in tavola come piatto unico in abbinamento con pomodori e insalata, all’insegna della freschezza del gusto.

Poi la pubblicità di Armando Testa, i Caroselli con Walter Chiari e la sponsorizzazione della pallacanestro Olimpia di Milano che dal 1956 al 1973 vince con il nome Simmenthal ben 10 scudetti fece arrivare a pieno titolo il brand tra quelli di maggiore influenza non solo nel mercato, ma nel costume italiano.

Ci fu anche la nascita del gadget aziendale della mucca in scatola, un barattolo identico a quello del prodotto vero ma che, girato e rigirato tra le mani,  dava sempre un muggito.

Sotto il segno della modernità che ha sempre ispirato l’azienda all’alba degli anni Sessanta la Simmenthal cominciò a portare  al mercato altri prodotti in scatola, come trippa, goulash, manzo in salmì, brasato e arrosto, oltre a ravioli, spaghetti e minestrone inscatolati come primi piatti pronti.

Oggi parte dei brand di punta di Bolton Group, Simmenthal non ha mai smesso di alimentare appetito e gusto, oltre che l’immaginario delle famiglie italiane.