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La 76esima edizione del festival del cinema di Locarno, dal 2 al 12 agosto, come ha detto il direttore artistico del festival, Giona A. Nazzaro, propone una selezione dei film per rappresentare il mondo multiforme del cinema contemporaneo.

Nella sezione Piazza grande, con i film che si vedranno nella piazza del centro, con i suoi 8000 posti a sedere all’aperto c’è Anatomie d’une Chute di Justine Triet, Palma d’oro a Cannes, sulla vicenda giudiziaria di una donna accusata dell’omicidio del marito.

Sempre da Cannes arriva The Old Oak, film sul tema dell’immigrazione di Ken Loach, che sarà presente a Locarno.

Per le anteprime mondiali ci sono  Continent Magnétique, il documentario di Luc Jacquet, lo stesso della Marcia dei pinguini che, nel 2005, fu un enorme successo commerciale, ed ora racconta la storia della sua attrazione per l’Antartico, dove negli ultimi tre decenni, ha trascorso quattro anni in varie spedizioni.

Un’altra anteprima mondiale è Dammi. Notre sang comme l’amour, diretto da Yann Mounir Demange, e prodotto da Ami, il brand di moda prêt-à-porter parigino fondato da Alexandre Mattiussi, scelto come film di apertura de festival il 2 agosto, insieme a L’Étoile Filante.

A chiudere sarà Shyada della regista iraniana Noora Niasari, ambientata in Australia e sulla vicenda di una profuga proveniente dall’Iran alla ricerca di una cosa di accoglienza per vittime di violenza domestica.

Per i titoli italiani c’è il nuovo film di Edoardo Leo, Non sono quello che sono – The Tragedy of Othello By W. Shakespeare e  il debutto alla regia di Laura Luchetti, figlia del regista Daniele con La bella estate.

Sono sempre due gli italiani presenti nella selezione del Concorso internazionale. Rossosperanza, una commedia nera diretta da Annarita Zambrano e con un gruppo di giovanissimi attori, tra cui Ludovica Rubino, una delle protagoniste di Prisma, serie già riconfermata per una seconda stagione e Patagonia, con protagonisti due ragazzi e un sogno di fuga il cui regista, Simone Bozzelli, si era già fatto conoscere per il video musicale I Wanna Be Your Slave dei Måneskin e per i suoi corti, come Amateur, presentato nel 2019 alla Settimana della critica di Venezia.

Al festival che ha da sempre un’impronta più cinefila che da tappeto rosso, sono attesi la protagonista di Anatomie d’une Chute, Sandra Hüller, tedesca, 45 anni che a Cannes, grazie alla Palma d’oro conquistata dalla Triet e alla sua interpretazione in un secondo film, The zone of Interest di Jonathan Glazer, si è trovata nel ruolo di nuova star del cinema internazionale.