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Dopo una tappa al Castello di Novara, la mostra di Sergio Floriani Tracce, promossa dalla Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini, è arrivata a Villa Gippini a Orta San Giulio, dove è aperta fino al 5 novembre.

Per l’appuntamento lacustre, con il titolo Tracce sul Lago, sono state selezionate dalla curatrice Lorella Giudici, alcune delle opere presenti nella fortezza novarese a cui si è aggiunta una serie di lavori con nuove riflessioni e altri interessanti campi di ricerca della lunga carriera dell’artista padovano, che quest’anno ha superato i quaranta anni di attività.

Il percorso espositivo prevede cinque sezioni, con elementi tematici e formali peculiari, a cui si aggiunge una grande scultura in corten e stagno appositamente realizzata per l’evento, che in occasione di S.O.S. Humanity 2023 verrà posizionata sulle acque cusiane grazie ad una piattaforma galleggiante.

All’interno della Villa la mostra presenta una prima stanza con nove tempere brunite, tutte sui toni del turchese e del verde in un campionario di sagome dentro a preziose cornici antiche, alla ricerca di un serrato dialogo tra lo storico e il contemporaneo, tra il manufatto e la superficie dell’opera, ma anche tra lo spazio infinito e la costrizione di un bordo che ne limita lo sviluppo.

La sala di fronte raccoglie un grande tondo giallo, Asportare, un Ovale color lampone,  una tempera brunita viola-bordeaux, una scultura in piombo e stagno che ripete i temi del cerchio  e una serie di carte con macchie colorate e vagamente orientali che raccontano la poesia con cui Floriani sa trattare argomenti che narrano un mondo segreto e intimo.

Entrambe le stanze hanno al loro interno uno studiolo, nel quale trovano posto alcune opere del primo periodo su è profilata l’isola di San Giulio, stilizzata in una serie di  linee e piani dai colori del tramonto.

Un corridoio conduce all’ultima stanza, mentre si possono ammirare acrilici e pastelli dalla forte personalità e dalle linee saettanti, composizioni di esplosive forze cromatiche e di magnetismi cosmici.

L’ultima sala è dedicata al nero, con Identità complessa, l’opera da cui è partita tutta la ricerca che Floriani ha condotto sull’impronta, e sculture che riprendono l’assolutezza della geometria nel silenzio e nella profondità del metallo e del legno anneriti o nell’inafferrabile morbidezza della catramina.

La mostra è sostenuta e promossa dalla Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini, impegnata nella tutela, valorizzazione e diffusione della sensibilità artistica e culturale, sia a livello locale, dato che è profondamente legata al territorio del lago d’Orta, che nazionale e internazionale.