Ad Inveruno, in provincia di Milano, torna, con la 416esima edizione, l’Antica Fiera di San Martino, che costituisce un appuntamento imperdibile, infatti rappresenta una felice occasione attraverso la quale il territorio riscopre la sua antica tradizione agricola, non trascurando però di interrogarsi circa il futuro all’insegna della sostenibilità.
Quest’ultima, assieme alla biodiversità, costituisce uno dei temi attorno al quale prenderanno vita i momenti più qualificanti della Fiera, che prevede convegni e mostre specifiche.
La Fiera si svolgerà l’11, il 12 e 13 novembre mentre l’inaugurazione è prevista per sabato 11 novembre con ritrovo alle 9.45 presso la Sala Virga del Centro Servizi per la Cultura e l’Impresa di Largo Pertini 2.
Le origini di Inveruno risalgono all’epoca precedente al dominio romano, giunto intorno al II secolo a.C. di cui resta una necropoli di notevoli dimensioni risalente all’età imperiale e vari reperti archeologici, risalenti al VII secolo d.C. e conservati presso il Museo Civico di Legnano, testimoniano, che vi vissero anche i Longobardi.
Entrato a far parte del Capitolo di Sant’Ambrogio di Milano, nel 1538 Inveruno diventò feudo della famiglia Maggi poi nei primi anni del 1600 cadde sotto il dominio spagnolo.
Proprio nel Seicento ci furono diverse epidemie di peste, quella più grave è del 1630, causata dalle milizie tedesche, i Lanzichenecchi, che entrarono nel Ducato di Milano nel 1629.
Alla dominazione spagnola subentrò, nel 1700, la dominazione austriaca che continuò fino al 1859, anno in cui Inveruno viene annesso alla Provincia di Milano e ricompreso nel circondario di Abbiategrasso insieme ai Comuni di Magenta, Cuggiono e Binasco.
L’antica chiesa di San Martino, cuore del centro storico di Inveruno, venne costruita probabilmente prima dell’anno Mille e tra i documenti scritti relativi ai secoli XI e XII si cita una canonica, cioè l’abitazione del parroco annessa alla chiesa, a testimonianza dell’importanza della parrocchia e della comunità inverunese.
Una nuova chiesa, eretta sulla precedente di cui rimasero la cappella maggiore e la torre del campanile, fu ultimata nel 1604 e vi era una cappella dedicata a San Carlo Borromeo, nella quale si ammirava un grande quadro, con il ritratto del santo, attribuito al pittore Giulio Cesare Procaccini.
In seguito la chiesa di San Martino fu ampliata nel periodo 1885-1887, ma questi lavori minarono la stabilità dell’edificio e pertanto si resero necessarie la demolizione della struttura esistente e la costruzione di una nuova chiesa e il Cardinale Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano, consacrò il nuovo edificio il 23 novembre 1901.