lewis

Un re dell’atletica anni Ottanta…

Carlton Frederick Lewis nacque il 1 luglio 1961 a Birmingham, Alabama, nel profondo sud degli USA da William ed Evelyn, che erano entrambi membri della squadra universitaria di Tuskegee.

Nel 1963 la famiglia si trasferì a Wellingbro, New Jersey, dove William ed Evelyn fondarono un Club di atletica leggera e i genitori,  non avendo una baby-sitter a cui affidare Carl, portavano il bambino al Club e lo lasciavano giocare nella fossa di sabbia della pedana del salto in lungo, mentre si dedicavano agli allenamenti.

L’attività sportiva di Lewis iniziò così nel Club atletico di famiglia e a 14 anni divenne il miglior saltatore in lungo dello stato del New Jersey.

Un giovane così promettente era conteso da molte università e Carl scelse la Houston University, spinto dalla presenza di un famoso allenatore di atletica, Tom Tellez.

Il legame con Tellez fu determinante e gran parte dei suoi risultati furono dovuti a questa collaborazione.

Nel 1980, in piena guerra fredda, si svolgevano le Olimpiadi di Mosca e a 18 anni Lewis era riuscito a qualificarsi come componente della 4×100 statunitensi ma dovette rimandare il sogno olimpico dopo la decisione del presidente Jimmy Carter di boicottare i giochi.

La ribalta mondiale era dietro l’angolo e Carl ai campionati del mondo di Helsinki nel 1983 conquistò 3 medaglie d’oro ed era per tutti l’erede di Jesse Owens.

Le Olimpiadi di Los Angeles dell’anno seguente confermarono la grandezza di Carl Lewis con il record di 4 medaglie d’oro.

Il clamore dell’impresa fece di Lewis un personaggio popolarissimo, mentre nessuno sembrava in grado di avvicinarsi alle sue prestazioni, tranne il giovane Ben Johnson.

Lewis e Johnson si sfidarono nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi di Seoul 1988, iu una gara che passò alla storia per lo scandalo doping.

Lewis corse in 9’92 ma il canadese Johnson trionfò con lo straripante tempo di 9’78 e sembrava l’inizio del declino per Carl, che però conquistò la medaglia d’oro nel lungo e l’argento nei 200 metri.

Alcuni giorni dopo però Johnson fu squalificato per uso di droghe e a Lewis venne assegnata la medaglia d’oro dei 100 metri.

Nel 1991, ai mondiali di Tokyo, Carl regalò a tutti gli appassionati emozioni incredibili, in due gare destinate alla leggenda della storia sportiva.

Se nei 100 metri non era certo il favorito, il figlio del vento nella finale sfogò a tutta la sua carica agonistica volando al traguardo con il nuovo record del mondo, 9’86, mentre nel salto in lungo sia Carl che il connazionale Mike Powell erano di fronte al record del 1968 del mitico Bob Beamon, 8 metri e 90 centimetri.

Lewis e Powell si sfidarono in una serie di salti sopra gli 8,80 m, la  spuntò Powell con il nuovo limite di 8 e 95, ma Lewis contribuì ad una gara leggendaria.

Nel 1992, Carl difese per la terza volta il suo titolo nel salto in lungo ai giochi olimpici di Barcellona, aggiungendo un altro oro con la vittoria nella 4×100 USA.

Quattro anni dopo Barcellona, nel 1996 ad Atlanta e a 35 anni, Lewis era  presente nella finale del salto in lungo, anche nei tre anni che precedettero l’appuntamento olimpico fu alle prese con una serie di infortuni che gli impedirono di essere competitivo anche nella gare veloci, come i 100 e 200 metri.

Prima del sesto e ultimo salto Lewis non  era nemmeno in zona podio ma, fra lo stupore generale balzò al primo posto, conquistando la quarta medaglia d’oro olimpica consecutiva nel salto in lungo. Da quel giorno Carl Lewis si dedica alle sue quattro fondazioni benefiche, e ha vinto 9 medaglie d’oro e un medaglia d’argento, conquistate in 4 diverse edizioni delle Olimpiadi.