L’auto che raccontò parte della storia dell’Italia tra le due guerre…
Nel 1934 l’ingegnere Lessia, direttore tecnico della Fiat, affidò al gruppo del ventinovenne ingegnere Giacosa, della sezione Motori Avio, il compito di progettare il telaio per una vettura piccola, che poteva essere venduta a 5.000 lire, secondo le direttive ricevute dal management.
Il gruppo di Giacosa non aveva mai progettato un’automobile, ma ebbe subito l’idea di un telaio minimale e una scocca che collaborava alla rigidità dell’insieme.
Un ulteriore elemento di innovazione, promosso da Fessia, fu la compatibilità del progetto con la trazione anteriore: con lo spazio completamente libero tra i fuselli delle ruote e la presa di moto sul cambio, la sospensione anteriore a balestra trasversale così la nuova automobile, con ritocchi significativi, aveva dei semiassi oscillanti a portare il moto alle ruote anteriori.
A partire dal dicembre 1934 il progetto ebbe la denominazione e il nome commerciale di Fiat 500, poi presentata ufficialmente sul mercato il 15 giugno 1936 .
Con il successo della iniziale versione berlina si affiancò ben presto quello della versione trasformabile, che dava maggior comfort nella stagione estiva e la possibilità di guadagnare, a tetto aperto, ben due posti posteriori.
La Topolino era una auto con una attenzione non comune alla carrozzeria e al prezzo di un’automobile di base.
Già nel 1938 la 500 ebbe un ridisegno di tipo retrogrado, con il telaio convenzionale prolungato per l’applicazione di balestre semi-ellittiche.
La produzione si assestò oltre le 20.000 unità annualmente prodotte, ma l’inizio del conflitto impattò pesantemente sui dati di produzione fino a ridurre a solo 177 il numero dei prodotti nel corso del 1944.
Dopo la pausa produttiva del ‘44-’45 il successo riprese on oltre 12.000 unità prodotte nel 1947.
Nel 1948 fu presentato al Salone di Ginevra il modello Fiat 500 B , dove il telaio venne sensibilmente rinnovato con nuovi ammortizzatori, nuove balestre e pneumatici di maggior sezione. Il successo venne confermato con otre 21.000 unità prodotte nel periodo 1948 – 1949, cui seguì la 500 C. on l’alloggiamento interno della ruota di scorta in un apposito vano, accessibile dall’esterno, dotato di sportello e serratura, i fanali incassati nei parafanghi e il cofano in unico pezzo con apertura comandata dall’interno.
Accanto alla Berlina si affiancò subito la versione Giardiniera con pannelli e portiere lignee, così come era stato per il modello B.
Nel 1951 la Giardiniera venne aggiornata con un modello, denominato Belvedere, che sostituì alla scocca mista una interamente metallica che riprese, con un motivo a pannelli di diverso colore, il look della giardiniera senza ereditarne gli inconvenienti strutturali e di manutenzione.
La versione Belvedere ebbe un successo straordinario, con la sua capacità di trasportare 4 persone più bagaglio e la sua versatilità che la fecero diventare un veicolo commerciale con un buon volume di carico.
Questa duplice personalità segnò il paesaggio, urbano ed extraurbano, dell’Italia della ricostruzione ben oltre la cessazione della produzione della Fiat Topolino, avvenuta nel gennaio 1955, ma lasciando un segno indelebile nel cuore degli italiani.