La donna che, nella Parigi del primo dopoguerra, fu scrittrice e punto di riferimento per gli americani in Francia…
Gertrude Stein nacque il 3 febbraio 1874 in un sobborgo di Allegheny, in Pennsylvania, da Daniel Stein e Amelia Keyser, parte di una famiglia tedesca di origine ebraica, ed ebbe tre fratelli, Michael, Simon e Leo, ed una sorella, Bertha.
All’età di tre anni si trasferì con la famiglia prima a Vienna e poi a Parigi, poi due anni dopo la famiglia tornò negli Usa e visse ad Oakland, in California, dove Gertrude iniziò gli studi.
Nel 1893 si trasferì con il fratello Leo a Cambridge, dove studiò biologia e filosofia al Radcliffe College, laureandosi nel 1897, cui seguirono due anni alla Johns Hopkins Medical School di Baltimora, dove studiò psicologia e medicina, che usò come base per il racconto Melanctha.
La Stein nel 1902 si trasferì in Francia, allore al culmine del momento di creatività artistica, a Montparnassee fino al 1914 divise la casa con il fratello Leo, che divenne un raffinato critico d’arte. Per tutta la vita Gertrude non ebbe preoccupazioni finanziarie, vivendo di un vitalizio garantito dall’azienda del fratello Michael.
Stein incontrò la sua compagna, Alice B. Toklas nel settembre 1907, grazie ad Harriet Levy. Gertude e Alice s’innamorarono, e la loro relazione durò fino alla morte della scrittrice.
Alice andò a vivere con Leo e Gertrude nel 1909, dando un sostegno importante al lavoro della Stein, della quale diventò ufficialmente la dattilografa, ma di fatto ne era manager e nume tutelare, infatti l’opera della Stein più nota al grande pubblico è la Autobiografia di Alice Toklas, scritta da lei e non dalla Toklas.
Gli Stein scoprirono il padre della arte moderna, Cézanne e, grazie anche all’aiuto di mercanti come Vollard, crearono una cerchia di autori che erano alla ricerca di un proprio genere sulle orme del grande Paul Cèzanne, pronti a staccarsi dall’Impressionismo e dal Pointillisme o dal Cubismo stesso, nonostante questo fosse già un concetto di Picasso che passò tutti i generi prima di definire il proprio stile partendo dai vari periodi che contraddistinsero la sua arte.
La casa di Geltrude divenne un punto di ritrovo per scrittori e artisti come Francis Scott Fitzgerald e Sherwood Anderson, fra i tanti rappresentanti di una generazione che lei definì come perduta.
Grazie a lavori come Tre esistenze, C’era una volta gli americani e l’Autobiografia di Alice B. Toklas la Stein rivoluzionò il linguaggio della prosa novecentesca, con una scomposizione linguistica ispirata al cubismo, come nel famoso «Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa».
Entrata all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine il 19 luglio 1946 per essere operata allo stomaco per un cancro, la scrittrice morì il 27 luglio ed è sepolta nel cimitero di Père Lachaise.