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A Galliate, in provincia di Novara, domenica 3 luglio torna l’ Achille Varzi Day 2022, il grande raduno di auto e moto d’epoca aperto a tutti i modelli fino al 1989.

La giornata comincerà alle 9.30 con le iscrizioni, seguiranno alle 12.30 il  pranzo al Varallino e si chiuderà alle 15.30 con il torneo di Briscola.

Ma chi è stato il grande pilota, nato a Galliate,  a cui è intitolata la manifestazione?

Achille Varzi nacque l’8 agosto 1904, terzogenito di Menotti e di Giuseppina Colli Lanzi. Menotti era il fratello di Ercole, industriale e poi senatore del regno, fondatore della Manifattura Rossari e Varzi.

Il primo amore sportivo di Achille fu la moto che, da divertimento e utilità per recarsi a scuola e svolgere commissioni per l’ azienda, divenne presto uno sport agonistico.

Dal 1922 in poi fu uno dei protagonisti del motociclismo sportivo con la Garelli 350, fumava Macedonia di tabacco biondo e impose una sua immagine, vestito con maglione e girocollo, pantaloni knickerbocker e stivali in pelle.

Nel 1923 ci furono le prime affermazioni nelle prove del campionato italiano e, immediatamente, il primo titolo tricolore e un anno dopo passò alla classe 500 con la Frera, poi per la Norton e quindi nella Sunbeam e avviò la sua storica rivalità con Tazio Nuvolari.

Gli anni che seguono furono anni di vittorie nazionali ed internazionali che alternarono sul podio Varzi e Nuvolari.

Nel 1926 incominciò l’epopea automobilistica di Achille Varzi, con la mitica Bugatti 1500, quattro cilindri e le lotte con Nuvolari sulle piste di Monza, nelle Mille Miglia, nella Targa Florio e nei circuiti internazionali.

Varzi e Nuvolari finirono poi nella stessa scuderia dell’Alfa Romeo, con la direzione di Enzo Ferrari.

Il 1933 vide per la prima volta il caso di una lotteria che venne abbinata a un evento, che era  una corsa automobilistica, ed era la Lotteria di Tripoli che quell’anno fu  vinta da Varzi, seguito da Nuvolari.

Nella metà degli anni Trenta Varzi passò alla auto Union ed ebbe una relazione con Ilse Hubach, moglie del pilota Paul Pietsch.

In piena stagione agonistica fu assalito da forti dolori che derivavano da un’appendicite, ma Achille non intendeva lasciare le corse ed Ilse gli propose di lenire i dolori con della morfina, fatto che gli compromise la carriera.

Achille Varzi,  dopo la guerra, nel maggio 1945 riunì  piloti, tecnici e giornalisti e formò un comitato per rilanciare l’automobilismo ed ebbe nuovi successi a Buenos Aires, Rosario, Interlagos. Conobbe anche la Equipo Argentino con i suoi piloti, in particolare Juan Manuel Fangio, figlio di italiani emigrati in Argentina.

Giovedì 1 luglio 1948 Varzi  era in Svizzera per le prove del circuito di Bremgarten, quando nel tardo pomeriggio cominciò a cadere la pioggia.

Achille era alla guida dell’Alfa Romeo 158 e, dopo alcuni giri, la vettura fu investita da una zaffata d’acqua, vicino alla curva Jordenrampe, scivolò sull’asfalto bagnato a più di 170kmh e cominciò ad andare in testacoda, colpendo la barriera e, dopo una curva, uscì  di strada lungo il terrapieno che costeggiava la spinta, imprigionando il pilota.

I soccorritori trovarono Varzi ormai esamine, schiacciato dal peso della vettura e il grande pilota morì nel tardo pomeriggio.

Al funerale, a Galliate, erano presenti tutti i campioni del momento ad eccezione di Tazio Nuvolari, la cui salute stava rapidamente declinando.

I piloti dell’Equipo Argentino si trasferirono a Galliate, prima in villa Varzi, poi in Via Carducci, dando vita alla squadra che, guidata da Fangio, raccolse l’eredità sportiva di Varzi.