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Il veronese Arnaldo Fraccaroli, nato a Villa Bartolomea il 26 aprile 1882, fu uno dei più importanti giornalisti del Corriere della Sera della prima metà del Novecento e uno degli scrittori più amati tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso.

Di famiglia umilissima, Fraccaroli a dodici anni cominciò a scrivere sul quotidiano L’Arena, pubblicò il suo primo lavoro teatrale a sedici, a venti scrisse il primo romanzo e fondò un giornale, venne promosso redattore capo a ventiquattro anni, e a ventisette arrivò al Corriere.

Tra il 1910 e il 1940 viaggiò attraverso i continenti, con ogni mezzo e conduceva i suoi lettori sulle strade del mondo, svelando e le novità del secolo, raccontando le più diverse realtà, distribuendo sogni, curiosità e sorrisi.

Arnaldo scriveva con un linguaggio vivace e grande senso dell’umorismo, e anche nelle commedie e nei romanzi usava ironia e garbo.

Inventò, nel 1912, l’espressione Dolce Vita, con una fortunata opera teatrale e fu tra i primi giornalisti a volare su dirigibili e aerei, raccontando la sua viva emozione.

Con Rino Alessi del Messaggero fu tra i soldati che entrarono a Trieste appena liberata, il 3 novembre 1918, e fu decorato con la medaglia di bronzo al valor militare e croce di guerra per essersi volontariamente prestato da bersaglio a una mitragliatrice austriaca, durante la riconquista di Sacile, affinché una bombarda la potesse distruggere.

A metà degli anni Venti, con un viaggio negli Stati Uniti, contribuì a far conoscere agli italiani il jazz, che avrebbe influenzato il ventesimo secolo, visitò Hollywood, svelandone il mondo fantastico.

Inventò l’instant book, dando regolarmente alle stampe il meglio dei suoi articoli, anticipò il gossip, scrivendo retroscena e curiosità dei personaggi famosi, come Filippo Tommaso Marinetti e Umberto Boccioni, Arturo Toscanini, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Trilussa, Marino Moretti, Gabriele D’Annunzio, Antonio Fogazzaro, Arnoldo Mondadori, Ugo Ojetti, Luigi Barzini, Orio Vergani, Renato Simoni, anch’egli veronese, Indro Montanelli e Giovan Battista Montini.

Lavorò anche con i maggiori disegnatori e caricaturisti della sua epoca, da Eugenio Manca a Sergio Tofano a Walter Molino, e le sue commedie vennero interpretate dai grandi attori d’inizio e metà Novecento, da Dina Galli a Cesco Baseggio a Gino Cervi.

Fraccaroli lavoro con Mario Camerini, Mario Soldati, Cesare Zavattini e Anton Giulio Majano, diresse per un paio d’anni la rivista Fantasie d’Italia, nata nel 1925 per iniziativa di alcuni industriali dell’abbigliamento e fu una firma prestigiosa dei periodici La Lettura e Il Romanzo Mensile e della Domenica del Corriere, dove, dal 1949 al 1956, tenne una rubrica seguitissima, Confidenze.

Arnaldo era eccentrico, anticonformista, appassionato del mondo femminile, ma talmente legato alla madre da indirizzarle, quotidianamente e per quarant’anni ancora dopo la sua morte, brevi messaggi scritti.

Il grande giornalista morì a Milano il 16 giugno 1956.