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“Ecco il paese, il piccolo mondo di un mondo piccolo, piantato in qualche parte dell’Italia del Nord. Là in quella fetta di terra grassa e piatta che sta tra il fiume Po e l’Appennino” diceva  Giovannino Guareschi del mondo di Don Camillo e Peppone e fu nel piccolo paese di Brescello che, per girare i film, trovò l’ambiente ideale, tra la gente, i luoghi e il clima della Bassa Padana.

La storia di Brescello comincia con l’antica colonia romana di Brixellum, uno dei principali centri della romanità reggiana e nel IV secolo Sant’Ambrogio la annoverò tra le città italiane della Padania, oltre ad essere il cuore della resistenza contro i Longobardi.

Dopo essere rinata nel X secolo sotto Adalberto Atto di Canossa, Brescello fu del Comune di Parma, dei Visconti, dei Veneziani, degli Sforza e, dal 1479, degli Este.
Alfonso II d’Este fortificò il paese nel 1553 con una cinta pentagonale, poi distrutta nel 1703.

Oggi Brescello non è solo il paese di Don Camillo, ma anche una cittadina ricca di storia, come nel caso di Via Giglioli, il tratto orientale dell’antico decumano romano, dove ci sono l’antico ospedale e poi l’edificio della posta, già attivo in epoca estense, oltre alla campana utilizzata in uno dei film della serie di Don Camillo.

Il cuore di Brescello è Piazza Matteotti, dove si affacciano il Municipio e la Chiesa di Santa Maria Nascente, parte delle avventure di Don Camillo e Peppone e ai lati della piazza si trovano le statue bronzee dei due personaggi, opera dello scultore mantovano Andrea Zangani, inaugurate nel giugno 2001 a ricordo dei cinquant’ anni del primo film, mentre al centro si erge, su un piedistallo marmoreo, la copia in gesso della statua di Ercole, cui l’originale, creato dal Sansovino per Ercole II° d’Este, è oggi visibile presso il Centro Culturale San Benedetto.

La piazza, cinta su due lati da porticati, al centro è dominata dalla Chiesa di Santa Maria Nascente, al cui interno si trova il celebre Cristo parlante dei film e la facciata è ornata da un protiro, che venne costruito provvisoriamente durante la lavorazione del terzo film della serie di Don Camillo poi l’allora Arciprete Don Sante Manfredini chiese e ottenne dal Commendator Rizzoli, la costruzione in muratura.

Dalla Piazza si accede in Via Cavallotti, dove si trova l’antico complesso monastico di San Benedetto, edificato da Ercole I d’Este e Eleonora d’Aragona per le monache benedettine, che vi rimasero fino alla soppressione dell’Ordine da parte di Napoleone, nel 1798, successivamente trasformato in ospedale e poi in caserma, sotto la Repubblica Cisalpina.

Dopo i restauri degli anni Ottanta il grande complesso è stato trasformato in Centro Culturale, conservando in parte la struttura architettonica con arcate, volti e pilastri in cotto, tipici del tardo romanico e vi hanno sede il Museo di Peppone e Don Camillo, le sale civiche Prampolini e Zatti, la Biblioteca Comunale Antonio Panizzi, patriota e senatore, che fu il padre della biblioteconomia moderna, il Centro Sociale Auser e il Museo Archeologico, dove sono esposti i reperti di epoca romana rinvenuti sul territorio.

L’edificio del San Benedetto, in Piazza Mingori, ospita la nuova struttura Museale dedicata a Guareschi, realizzata in occasione del Centenario della nascita dello scrittore, e sulla piazza c’è anche il carro armato utilizzato nelle riprese di uno dei film della serie Don Camillo.

Vicino al Centro Culturale si trova il Parco Guareschi, piccola e curata zona verde dove è collocato il monumento dedicato a Giovannino, opera della scultrice tedesca Gudrun Schreiner.