A pochi chilometri da Pavia, Belgioioso offre ai visitatori un Castello davvero fantastico e quello che forse molti altri non hanno, un parco con statue, panchine, fontane, la possibilità di passeggiare e godersi il sole.

Il castello fu probabilmente fondato da Galeazzo II nella seconda metà del XIV secolo in una proprietà dei Visconti nel territorio, dove in seguito sorse il paese di Belgioioso.

Il nome Belgioioso fu attribuito al castello per l’amenità del luogo e la felicità che un tempo recava il soggiorno in quella terra.

Il duca Gian Galeazzo II vi soggiornò ripetutamente, al punto che, con una lettera del 22 dicembre 1393, proibì la caccia ai cervi e a qualsiasi altra selvaggina fino a Bereguardo – Vigevano e Abbiategrasso.

Inoltre questo provvedimento fu citato anche nel testamento del 1397 in cui il Duca ordinava che, per la salvezza della sua anima, si edificasse un monastero, casa e chiesa certosina, sul territorio pavese “in loco turarsi de Mangano”, ma escludeva dalle donazioni ai certosini il parco presso il Castello di Pavia e le possessioni di Bereguardo e Belgioioso.

Non si sa quale fosse esattamente l’ampiezza del castello allora, ma si dice che il maniero fosse stato distrutto nel 1412 e poi ricostruito dopo l’uccisione del duca Gian Maria Visconti, figlio di Gian Galeazzo e di Caterina Barnabò.

Il successore Filippo Maria non soggiornò a Belgioioso come i suoi predecessori per i frequenti straripamenti del Po, il suolo arido e le scarse rendite e per questi motivi lo cedette come feudo nel 1412 a Manfredo Beccaria, che poco tempo dopo si ribellò e i suoi beni furono confiscati e affidati ad altri Visconti.

Nel 1431 Filippo Maria donò il feudo ad Alberico da Barbiano, poi venne aggiunto al castello il paese di Belgioioso, allora sede di un Vicariato di cui facevano parte le Pievi di Vaccarizza, Ospitaletto, Genzone, Pissarello, Spessa, Filigaria, Montesano, Torre de’ Negri, Gerenzago e San Zenone.

L’antichissimo ceppo dei conti di Cunio e di Barbiano era famoso in Romagna fin dall’XI secolo, dove governava i feudi imperiali di Cunio, Barbiano, Lugo, Zagonara, Bagnacallo, Fusignano e Donigallia.

Fra i vari conti di Barbiano il più noto fu Alberico il Grande, signore di vasti feudi che formò una compagnia di ventura e partecipò all’assedio e distruzione di Cesena per poi passare in Lombardia al servizio dei Visconti.

Nel Seicento la nobiltà, soggetta al dominio spagnolo, si dedicò a una vita lussuosa e la peste del 1630 non risparmiò il castello e la sua gente che furono vittime anche delle malversazioni di soldataglie prepotenti.

Alla fine del Settecento il castello fu ampliato e ricostruito e don Antonio Barbiano fece costruire la bellissima cancellata e abbellì quasi tutto il palazzo con i vasti giardini e le serre e nel 1769 fu nominato Principe del Sacro Romano Impero e di Belgioioso.

Il figlio Alberico XII era un amante dell’arte, ebbe come amici il Parini e il Foscolo e intraprese opere di bonifica, istituì scuole per i bambini dei coloni e si adoperò per migliorare la vita della popolazione, ma dovette vivere la distruzione dei suoi stemmi e armi nobiliari per ordine del Governo Francese.

Ormai in esilio, il principe passò i suoi ultimi anni in compagnia del Parini e del Foscolo, che assistette alla sua morte, avvenuta il 17 agosto 1813.

Da splendida residenza di campagna oggi il castello di Belgioioso è un monumento di grande valore storico- artistico, da tramandare alle generazioni future, ma anche un efficace motore per lo sviluppo socio-economico e culturale del territorio.

Grazie all’Ente Fiera dei Castelli di Belgioioso e Sartirana, infatti, da anni il castello è la sede d’importanti manifestazioni culturali, mostre e fiere di livello nazionale, con un fitto calendario di appuntamenti che ogni anno richiama almeno 600 aziende espositrici e oltre 80.000 persone dall’Italia e dall’estero.