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Un musicista dalla vita straordinaria…

Ferruccio Busoni nacque a Empoli il 1 aprile 1866, da Ferdinando Busoni, clarinettista, e Anna Weiss, pianista professionista.

A Trieste, dove passò la sua infanzia, Busoni venne introdotto allo studio della musica e debuttò nel capoluogo giuliano come pianista a sette anni e, in pochi anni diventò  compositore e improvvisatore a Vienna.

Nel 1878, a soli dodici anni, scrisse un concerto per pianoforte e archi e, dopo aver frequentato composizione a Graz per quindici mesi ed essersi diplomato nel 1882, si trasferì a Lipsia nel 1886 e nel 1888 a Helsinki, dove tenne la classe di pianoforte, tra i suoi allievi anche Sibelius.

A Helsinki, Busoni conobbe Gerda Sjöstrand, figlia dello scultore svedese Carl Eneas Sjöstrand, che sposò a Mosca nello stesso anno e dalla cui ebbe due figli, Raffaello e Benvenuto.

Nel 1894 il compositore si stabilì definitivamente a Berlino, precisamente in un appartamento in Viktoria-Luise-Platz nel quartiere di Schönenberg.

Durante la prima guerra mondiale, Busoni dal 1915 al 1920 visse in Svizzera, dove conobbe il pittore Umberto Boccioni che realizzò un suo ritratto.

Mentre Busoni era con la moglie Gerda Sjöstrand nella magnifica Villa San Remigio a Pallanza, il 6 giugno 1916, Umberto Boccioni incontrò Vittoria Colonna, il grande amore della sua vita.

Fondamentali per la sua crescita artistica furono due compositori, Bach e Liszt, dei quali non si limitò a riportare pedissequamente le composizioni, ma offrì una sua personale traduzione.

Fu anche un buon insegnante, tanto che diresse il Conservatorio Giovanni Martini di Bologna dove fu suo allievo un importante compositore italiano, Guido Agosti.

Busoni compose durante la guerra lavori come Die Brautwahl, Turandot e Arlecchino oder die Fenster, entrambe del 1916-1917.

In Turandot Busoni interpreta la fiaba di Carlo Gozzi, dove il principe è animato dagli stessi capricci di Turandot, poiché lei rifiuta gli uomini e lui la vuole possedere.

Così Busoni svolge la trama tra il gioco e la serietà, dove sono presenti le maschere del teatro italiano, quali Truffaldino e Pantalone.

Pochi anni dopo, lo stesso soggetto fu interpretato da Giacomo Puccini in chiave eroica e drammatica, facendo del principe un eroe romantico, collocando l’opera nel filone della tradizione italiana ottocentesca.

Arlecchino oder die Fenster, capriccio teatrale in quattro quadri composto nel 1916, è una satira dei costumi e delle mode, ed è un ritratto impietoso del perbenismo, per mettere in risalto per contrasto quale dovrebbe essere il giusto comportamento, l’atteggiamento da tenere nella vita dinanzi ai falsi problemi.

Articolata in gran parte in recitativi secondo lo stile antico, l’opera si apre con una dichiarazione di Arlecchino che spiega quello che si vedrà e si chiude con una considerazione filosofica sul mondo moderno.

Tornato a Berlino Busoni cominciò a comporre la sua opera più ambiziosa, il Doktor Faust, basandosi sulla leggenda originale tedesca e non sul capolavoro di Goethe.

Nel 1922 si esibì per l’ultima volta in un concerto con una selezione di brani di Beethoven.

Il compositore mori il 27 luglio 1924 e all’esterno del palazzo dove viveva è stata apposta una targa che recita “ Hier wohnte bis zu seinem tode Ferruccio Busoni – Musiker, Denker, Leher” cioè “Qui visse fino alla sua morte Ferruccio Busoni – Musicista, Pensatore, Insegnante”.