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Fino al 13 marzo 2022, in occasione del 150° anniversario della nascita di Giacomo Balla, personalità di fondamentale importanza per l’arte italiana del Novecento, la Galleria d’Arte Moderna di Milano dedica una mostra a una delle opere più importanti della produzione del pittore, Bambina x balcone, dipinta nel 1912, ora parte della Collezione Grassi conservata presso il Museo del Novecento.

Questo dipinto segnò il passaggio del pittore dal divisionismo all’esplorazione del movimento, che venne pienamente sviluppato da Balla durante la sua fase futurista.

Lo studio del movimento e la sua fedele restituzione attraverso la composizione pittorica furono sempre un importante campo di ricerca per Balla e gli artisti futuristi. Infatti, ispirandosi alla prassi dell’osservazione en plein air degli impressionisti, durante i suoi soggiorni a Roma, Balla osservò con curiosità le scene del quotidiano, trasponendole su tela attraverso un’operazione che si potrebbe definire fotografica.

Nel lavoro del pittore il movimento di un corpo è scomposto in una ripetizione ritmica dello spazio, dettata, nella Bambina, dalla velocità del passo della figlia Elica.

Nonostante si tratti di un’opera astratta, è comunque possibile individuare e riconoscere alcuni tratti realistici della composizione, infatti la bambina sta correndo verso il lato destro del dipinto, indossa un abito azzurro e la ringhiera del balcone si nota in secondo piano.

La ripetizione cinematica del movimento della bambina dimostra che Balla era aggiornato sugli ultimi studi sulla cronofotografia condotti dal fisiologo Étienne Jules Marey e dal fotografo Eadweard Muybridge, creando una linea sinusoidale, disegnata dagli stivaletti neri della giovane che Marey definì come una traiettoria stereoscopica.

La segmentazione del movimento genera una cosiddetta linea andamentale che si riproduce la sensazione che genera uno spostamento trascritto in uno spazio.

Per Balla, le nuove frontiere della tecnologia si uniscono a interessanti esperimenti coloristici, dove grandi tasselli colorati confondono i contorni delle forme e l’energia cinetica di una corsa sul balcone viene resa attraverso la scelta di colori vibranti che rimandano alla formazione divisionista del pittore.

Nato a Torino il 18 luglio 1871, Giacomo Balla fin da bambino sviluppò numerosi interessi che andavano dall’arte e la fotografia alla psichiatria.

Dopo aver mosso i primi passi come pittore presso la Società promotrice di Belle Arti di Torino, nel 1895 si trasferì a Roma, dove si avvicinò alla pittura divisionista.

Ben presto divenne il maestro di numerosi artisti che segnarono il panorama culturale del Novecento in Italia, come Gino Severini e Umberto Boccioni.

Nel 1900 si trasferì per un breve periodo a Parigi, dove assiste all’Esposizione Universale al Grand Palais e nel 1912 fu tra i firmatari del Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista, diventando uno dei maggiori esponenti della pittura futurista.

Interessato all’arte e alle sue applicazioni più pratiche, Balla nel corso della sua vita si dedicò alla realizzazione di scenografie per il teatro e la danza, all’arredamento e anche alla moda, prima di morire a Roma il 1 marzo 1958 a 86 anni.

Orari: Martedì – Domenica 10 – 17.30 | Lunedì chiuso | Ingresso gratuito il primo e il terzo martedì del mese dalle ore 14.

Costo del biglietto: 5 € | 3 €