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Una storia che racconta il fascino del guanto oltre l’inverno…

Il guanto è un accessorio che ha una lunga storia nata dalle sue funzioni, cioè quelle di proteggere le mani dal freddo e dallo sporco, per questo è comparso da subito nella storia del costume.

Infatti già gli antichi egizi usavano i guanti, come si è potuto scoprire dai reperti archeologici trovati nelle tombe, per gli uomini divennero un segno di prestigio, mentre le donne li usarono per proteggere la pelle delle mani, dopo essersi cosparse di unguenti profumati.

Inizialmente la forma dei guanti era diversa da quella che conosciamo oggi, si trattava di semplici sacchetti, simili alle tasche, che si legavano ai polsi, successivamente si aggiunse lo spazio per il pollice, così da consentire la presa.

La comparsa delle altre quattro dita nei guanti è successiva, e questa innovazione vide il momento in cui il guanto acquistò anche un valore di bellezza e divenne ornamento.

Gli antichi romani possedevano due termini distinti per i guanti, infatti i digitalia coprivano anche le dita della mano, mentre i manicae coprivano interamente l’arto e furono i barbari a diffondere in Europa questo capo d’abbigliamento dal VI secolo.

Altra popolazione che usò i guanti fu quella dei Longobardi, che li usavano anche durante il rito nuziale in cui lo sposo donava alla sposa un guanto da guerriero e la spada.

Già nel Medioevo i guanti avevano una grande importanza nelle regole sociali ed erano legati a un determinato gruppo di persone, i nobili e le fasce del clero, che avevano la loro tipologia e caratteristiche particolari.

Se i membri delle classi meno abbienti continuarono a usare i guanti in tessuti grezzi e poco rifiniti, i nobili sceglievano per sé tessuti pregiati, ricami e modelli che si adeguassero allo stile di vita, creando le prime mode, infatti dal XVI secolo si diffusero i guanti realizzati a maglia.

E’ in Francia alla corte di Luigi XIV che fecero la loro comparsa, i guanti alla Moschettiera, caratterizzati da un’ampia larghezza dell’apertura, quasi a zampa d’elefante , durante l’Impero, per le donne si usarono guanti lunghissimi, fin sopra il gomito e coloratissimi.

Tipici dell’Ottocento sono anche i guanti mitaines, che erano generalmente traforati, in seta o cotone, arrivavano a metà braccio, ma lasciavano scoperte tutte le dita tranne il pollice.

Con il tempo i guanti smisero di essere simbolo della classe di appartenenza, ma hanno conservato la loro raffinatezza e fascino fino agli anni Trenta e Quaranta.

Ancora oggi sono un simbolo di eleganza e vanità, a dispetto dei capricci della moda, e sono spesso presenti nelle creazioni dei grandi stilisti contemporanei.