Scudo Calcio Padova acp 2

L’Associazione Calcio Padova è stata fondata il 29 gennaio 1910, nella sede della Rari Nantes Patavium, in piazzetta delle Garzerie, da cinquanta soci che eleggono come presidente il barone Giorgio Treves de Bonfili. Il bianco e il rosso sono i colori sociali.

Disputa la prima partita amichevole con il Verona il 20 Febbraio (0-0) e prende parte al campionato veneto di 2^ categoria. Contemporaneamente viene fondata un’altra squadra in città, il Petrarca F.B.C., anch’esso affiliato alla Federcalcio; in molti passano a questa seconda società.

La società viene e sciolta rifondata il 25 Novembre 1912, sempre come A.C. Padova partecipante al campionato veneto di Promozione 1912-13, con presidente Gastone Rossi, ma alla prima partita, un‘amichevole contro il Petrarca, in cui vengono sconfitti per 6-0, scoppia una seconda crisi. Nuove elezioni, con il Cav. Giuseppe Valenzini che diventa presidente e porta stabilità nel sodalizio.

Vince il campionato veneto-emiliano di Promozione del 1913-14, e passa al campionato di 1^ categoria, dove si mette in evidenza come realizzatore il 20enne Silvio Appiani, che poi morirà volontario sul Carso il 20 Ottobre del 1915. Alla ripresa dell’attività sportiva nel 1919, vince il girone Veneto, qualificandosi per le semifinali interregionali dell’Italia Settentrionale, ma viene eliminato.

Nel 1921 è una delle società che aderisce alla Confederazione Calcistica Italiana, l’anno dopo la riforma dei campionati, arriva prima nel girone a pari punti con l’Alessandria e vince lo spareggio. Per alcuni anni è una delle formazioni di avanguardia del campionato. Il 19 Ottobre 1924, viene inaugurato il nuovo stadio dedicato alla memoria di Silvio Appiani, nella zona centrale della città, proprio dietro la Basilica di Sant’Antonio.

Nel 1929-30 retrocede in B, due annate dopo torna nella massima categoria con in squadra Annibale Frossi e Alfredo Foni, uno dei più forti terzini del calcio italiano (campione olimpico 36 e del mondo nel 38). Nella stagione1933-34, fa il suo esordio in porta un altro futuro campione del mondo, il portiere Aldo Olivieri, ma non basta al Padova che retrocede ancora in B e crolla subito dopo in C, da cui riesce a risalire nel 37; è il periodo dell’attaccante Gino Cappello.

1940-41 in Serie B, arriva una mezzala esperta, è il triestino Nereo Rocco al tempo 28 enne, che segnerà la storia del club. Al termine del secondo conflitto mondiale il Padova gioca nel campionato misto Alta Italia, vince il suo girone, ma nel raggruppamento finale si classifica all’ultimo posto. Nel 1946-47 è secondo in B nelle sue fila un altro campione del mondo Colaussi; i patavini si rifanno un anno dopo e nel 1949-50, arriva sulla panchina biancoscudata l’ungherese giramondo Bela Guttmann. Nella stagione successiva retrocede subito rischiando il tracollo in C, un paio di annate travagliate quindi nel marzo del 54, arriva sulla panchina Nereo Rocco, che debutta con una sconfitta per 2-0 a Lodi, ma riuscirà poi a conquistare una soffertissima salvezza. Da qui in avanti il nome di Rocco e del Padova si legheranno indissolubilmente e segneranno la storia del calcio italiano.

Nel 1954-55. la squadra di Rocco non gode dei favori del pronostico ma proprio all’ultima giornata all’Appiani ha lo scontro di diretto con il Legnano (3-0) e torna in Serie A. Ma sulla partita lavorerà a lungo l’ufficio indagine, e si vedranno poi squalificati per combine diversi giocatori. Rocco puntava su una solida e compatta difesa, “il catenaccio”, piazzando davanti al portiere un difensore aggiunto, il libero; ruolo che nelle file patavine fu interpretato benissimo da Ivano Blason; tra l’iniziale scetticismo generale arrivarono ottavi. Nel 56, arriva l’interno argentino Humberto Rosa dalla Samp sono anni di piazzamenti onorevoli e di grandi battaglie dialettico-calcistiche nel nome del “catenaccio”.

La stagione 1957-58 non parte nei migliori dei modi, il processo per illecito per la partita con il Legnano, la cessione dei pezzi migliori e l’arrivo in campagna acquisti di due giocatori reduci da infortuni, come il bomber Brighenti e dalla Juventus, la piccola ala svedese Kurt Hamrin; ma a differenze del generale scetticismo i due davanti si completano a vicenda a meraviglia e arrivano goal a raffica, che uniti all’imperdonabilità della difesa, portano il Padova al 3° posto finale in classifica, con giocatori che entreranno nella mitologia del calcio italiano come il portiere Pin, il terzino Scagnellato, Blason, Cervato. Gli anni seguenti vedono ancora ottimi piazzamenti, molti giocatori finiscono in nazionale e l’Appiani con il numeroso pubblico letteralmente a ridosso dei calciatori, con alcune tribune a strapiombo sul campo è un vero fortino inespugnabile.

Rocco passa al Milan per la stagione 1961-62, molti giocatori sono avanti con l’età, altri scelgono nuovi lidi, i sostituti non sono all’altezza e i biancorossi rotolano in Serie B mettendo la parola fine a un’era.

Seguono anni di campionati cadetti, con alcuni buoni giocatori del vivaio come Alberto Bigon, con una finale di Coppa Italia (66-67), persa a Roma con il Milan. Il club viene travolto dai debiti e nel 68-69 retrocede in C, dove vivrà campionati anonimi per molte stagioni, si salva dal declassamento in C2, ma l’anno dopo retrocede malamente, nello stesso periodo passa nelle mani del gruppo Despar che provvede a rilanciare le ambizioni della società.

Perde uno spareggio promozione a Verona contro il Trento, ma vince la Coppa Italia Semiprofessionisti e l’anno dopo in C1, nel 1981-82 conquista la serie B alle spalle della Triestina, Nel 86 un altro illecito sportivo coinvolge i patavini questa volta con il Taranto, con cui si erano salvati all’ultima giornata e nel 1985-86 deve ripartire dalla C1 con conseguente cambio societario e risalita in B dopo due stagioni, con Buffoni in panchina, poi tocca a Enzo Ferrari con Benarrivo, Bistazzoni, Ottoni, Camolese e Pradella in avanti con Galderisi, ma tocca a Colautti salvarla dalla C1.

1990 il ds Aggradi ingaggia un centrocampista 19enne dal Milan, Demetrio Albertini, che servirebbe per bloccare il giovane talento della primavera Alessandro Del Piero; dopo un inizio disastroso, il Padova risale in classifica e perde clamorosamente la Serie A all’ottantanovesimo dell’ultima giornata sul campo di Lucca. L’anno successivo partono Benarrivo e Albertini, ma in prima squadra approdano Del Piero e Di Livio, la squadra non gira, con il subentro di Sandreani dalle giovanili.

Nel 1992-93 i lavori per il nuovo stadio “Euganeo” sono in stato avanzato e la società punta decisamente alla massima serie ma la perde ancora all’ultima giornata e Del Piero passa alla Juve.

La stagione 1993-94, vede anche Di Livio passare ai bianconeri; altro finale thrilling con spareggio promozione a Cremona, contro il Cesena di Hubner, ma questa volta riesce a salire (2-1). E’ il Padova di Bonaiuti tra i pali, Gabrieli, Cuicchi, Franceschetti, Ottoni, Pellizzaro, Longhi e Nunziata e in attacco Maniero e Galderisi. A fine stagione si trasferisce nel nuovo stadio “Euganeo”. Cambio societario arriva Giordani e con lui il primo giocatore americano della storia del calcio italiano Alexi Lalas.

Poi troviamo il croato Goran Vlaovic, Perrone, Zoratto e l’olandese Michel Kreek dall’Ajax, arriva una salvezza con lo spareggio a Firenze ai danni del Genoa; la stagione successiva è retrocessione in B, con il disimpegno di Giordani e l’arrivo dell’ex azionista dell’Inter Viganò, che porta Walter Zenga. Il campionato 1997-98 segna il ritorno in C1.

Nel 1998-99, parte con i favori del pronostico in C1 ma non decolla anzi è sul fondo classifica e in Padova-Varese, nelle ultime giornate, con i biancorossi praticamente salvi, l’allenatore Fedele toglie dal campo l’unico giocatore nato nel 1978 che, come da regolamento, avrebbe dovuto terminare la gara o essere sostituito da un pari età, inevitabile sconfitta a tavolino e salvezza del Varese, con il Padova costretto ai play out persi poi con il Lecco. Riparte così dalla C2, da dove risale nel 2000-01, guidato da Franco Varrella, conquistando il primo posto, con in squadra Centofanti, Tasso e Bergamo.

2001-02, dopo la partenza incerta con Varella, vede l’arrivo di  Frosio in panchina, con gli innesti successivi di Sotgia e Ginestra, centra un buon girone di ritorno con un piazzamento a metà classifica.

Nell’annata successiva i padovani, affidati sempre Frosio, cercano la promozione, con una rosa che vede elementi come Succi, Antonioli, Circati, Rossetti, Sotgia, Porrini, Cerbone, Bandieri, Centofanti e Bergamo. A fatica i biancorossi centrano il quinto posto che consegna i play-off, dove in semifinale incrociano la sorpresa Albinoleffe che elimina i biancorossi. 2003-04, la dirigenza biancoscudata, riprova la scalata decisa alla serie cadetta, mettendo sul piatto un budget molto importante, affidando la squadra al d.s. Vignoni e la panchina a Ezio Glerean, uno degli artefici dei successi del vicino Cittadella. Proprio su indicazione di Glerean, arrivano diversi elementi dalla sua squadra precedente, suoi scudieri anche in precedenti esperienze. Oltre all’arrivo botto di La Grotteria. talentuoso attaccante argentino dal Palermo, cui si aggiunsero Romondini e l’esterno offensivo Zecchin. In attacco il gigante bosniaco Zlatan Muslimovic, Max Guidetti, cui si aggiunse poi Statuto (ex Roma). Nonostante tutte queste premesse, la stagione fu un flop, con Gleran che abbandonò la squadra per problemi di famiglia a metà stagione, sostituito poi da Renzo Ulivieri con un piazzamento finale a metà classifica.

2004-05, turbolenze societarie accompagnano l’intera stagione, con la squadra che viene inserita nel girone B, Ulivieri non lega con la piazza, con il Padova che alla fine del campionato rimane fuori di un soffio dai play-off con il 6° posto.

 Nella stagione 2006-07 i patavini a metà stagione passano alla guida tecnica di Andrea Mandorlini, che però conclude la stagione fuori dai play-off.

Nell’annata seguente l’allenatore è Ezio Rossi ma viene esonerato a causa degli scarsi risultati a marzo, con i play-off, ancora sfiorati. .

2008-09, è una stagione a dir poco da ottovolante, si parte con Sabatini in panchina che viene esonerato a gennaio, al suo posto Attilio Tesser, che a sua volta viene sollevato con il ritorno proprio di Sabatini. Da quel momento risale la china e centra i play-off un po’ a sorpresa. In semifinale supera il lanciatissimo Ravenna, e in finale affronta nel doppio confronto la Pro Patria. Pareggia all’Euganeo, sbagliando anche un rigore. Al ritorno rimane in dieci uomini per tutto il secondo tempo, ma grazie a una clamorosa doppietta di Di Nardo nei minuti finali centra, il ritorno in Serie B.

In serie cadetta, sempre con Sabatini parte bene, ma crolla in inverno, con il tecnico che è esonerato e poi richiamato dopo due mesi. Arriva una salvezza ai play-out contro la Triestina.

Nella stagione 2010-11, il Padova con Calori in panchina parte bene trascinato dalla coppia d’attacco Succi-Vantaggiato e dal trequartista Di Gennaro. A marzo la squadra crolla e dopo il derby con il Cittadella,viene affidata ad Alessandro Dal Canto, che porta alla ribalta Stephan El Shaarawy. Batte il Torino 2-0 in trasferta e conquista così un posto insperato nei play-off. In semifinale il Padova supera il Varese con una vittoria in casa per 1-0 seguita da un pareggio per 3-3 fuori casa, grazie alle reti dell’italo-egiziano. La finale per la Serie A vede il Padova affrontare il Novara che supera i biancorossi.

La stagione seguente vede i patavini alla caccia della massima serie, con innesti importanti, Omar Milanetto, Ivan Pelizzoli, Michele Marcolini, Daniele Cacia e il giovane portiere Mattia Perin. Ma dopo un buon inizio le cose non girano e concludono la stagione al settimo posto.

Il quarto campionato di fila in serie cadetta inizia con Fulvio Pea in panchina ma è un’annata travagliata, che si chiude comunque con una tranquilla salvezza.

La stagione 2013-14, vede la cessione della società da Marcello Cestaro a Diego Penocchio. Dario Marcolin è il nuovo allenatore a cui a ottobre subentra già Bortolo Mutti, a sua volta esonerato per Michele Serena che non riesce a salvare la squadra dalla retrocessione.

Il 15 luglio 2014, il Padova per la prima volta nella sua storia non viene iscritto al campionato e chiede l’ammissione alla Serie D.

Il sodalizio, fondato dagli imprenditori padovani Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, affida la guida tecnica a Carmine Parlato, che riporta i biancorossi immediatamente nella serie superiore. In Lega Pro comincia bene, ma a fine novembre arriva l’esonero di Parlato, con l’arrivo di Bepi Pillon che chiude fuori dai play-off.

Per la stagione 2016-17, la panchina è di Oscar Brevi che centra i play-off ma viene eliminato dall’Albinoleffe. Nel campionato seguente la guida tecnica è di Pierpaolo Bisoli, che riporta il Padova in Serie B e chiude la stagione aggiudicandosi anche la Supercoppa di Serie C, ottenuta battendo il Livorno e il Lecce.

La serie cadetta, si dimostra difficile per la società biancorossa Bisoli è esonerato per lasciare il posto a Claudio Foscarini, poi nuovamente richiamato ed esonerato, nelle ultime giornate la squadra è affidata a Matteo Centurioni, che non riesce a evitare la retrocessione.

In Serie C la società sceglie Salvatore Sullo, che viene esonerato dopo venti giornate. Il successore è Andrea Mandorlini, guida i suoi al quinto posto finale, prima dell’eliminazione agli ottavi di finale dei play-off contro la Juventus U23.