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La conoscenza del futuro è sempre stata inseguita, il fascino del “sapere cosa succederà….”

Più volte distrutto e ricostruito, il Tempio di Apollo a Delfi per secoli ospitò il celeberrimo Oracolo, rappresentato dalla sacerdotessa detta Pizia, con le sue profezie che potevano avere un’influenza enorme sulla vita politica di quelle regioni.

Nell’Antica Grecia, Delfi era ritenuta il centro del mondo poiché, secondo la leggenda, Zeus aveva spedito due aquile dai due capi del mondo, affinché se incontrassero al centro.

I due uccelli, partendo insieme, incrociarono i loro percorsi proprio sopra a Delfi, dove il dio nascose l’omphalós, una pietra misteriosa che indicava l’importanza del luogo.

Il Tempio, situato a 500 metri di altitudine, risale al VII secolo, con un colonnato 6 x 15 e un adyton interno, centro dell’oracolo e sede della Pizia.

L’Oracolo di Delfi fu meta di pellegrini da ogni angolo del mondo antico, per avere risposte su questioni di ogni tipo, sia relative alla vita pubblica sia a quella privata e anche grandi città inviavano delegazioni a Delfi, dette theoriai, in cerca di risposte su questioni relative a cariche pubbliche, alla vita politica e sulla guerra.

Spesso l’Oracolo si esprimeva in modo criptico e ambiguo, con l’ovvio obiettivo di non perdere mai in credibilità, qualunque fosse poi il reale esito dell’evento.

Una volta, Creso sovrano della Lidia, chiese all’Oracolo se era opportuno attaccare l’impero di Persia, che minacciava il suo regno sul confine orientale, la Pizia rispose che, se avesse attaccato, un grande impero sarebbe caduto.

Creso ritenne che si riferisse all’impero persiano, ma scoprì troppo tardi che l’impero destinato alla fine era il suo.

Una delle previsioni più importanti dell’Oracolo di Delfi riguardò l’invasione da parte di Serse. Quando i sovrani di Atene le chiesero consiglio, la Pizia rispose spiegando che, quando Atena aveva implorato suo padre Zeus di salvare la città, il dio le aveva risposto che le avrebbe assicurato un muro di legno che sarebbe stato inespugnato, come un dono a lei e ai suoi figli.

Come molte altre profezie, anche questa richiese l’interpretazione da parte dei governanti e, uno di loro, Temistocle, pensò che il muro di legno indicasse la flotta ateniese, e convinse i colleghi ad adottare una strategia che privilegiasse la lotta in mare contro i persiani.

Questa politica portò alla battaglia di Salamina, che mise fine alla minaccia persiana ad Atene.

La tradizione voleva che soltanto durante i mesi più caldi dell’anno l’oracolo potesse fare profezie poiché si riteneva che durante i mesi invernali Apollo lasciasse il tempio, e che al suo posto vi s’insediasse Dioniso.

Apollo tornava in primavera, e da quel momento, una volta il mese, l’Oracolo si sottoponeva a riti di purificazione, tra cui il digiuno, per prepararsi a comunicare con il divino.

La Pizia doveva fare il bagno nella Fonte Castalia, e poi bere le acque sacre della fonte presso cui viveva la naiade magica del tempio.

All’entrata del tempio di Apollo erano incise due delle massime delfiche più note, Conosci te stesso e Nulla in eccesso, oltre ad un’enigmatica E, che secondo un saggio di Plutarco aveva varie interpretazioni.

L’Oracolo di Delfi fu chiuso nel 390, quando l’imperatore romano Teodosio I lo distrusse, insieme alle statue e alle opere d’arte che conteneva, in nome della cristianità.