almonds 1552100556Kfd

Dolce e delicata, la mandola ha una storia tutta da raccontare…

La mandorla deriva dal seme di un piccolo albero, noto per i suoi fiori bianchi, che sbocciano all’inizio della primavera.

Secondo le caratteristiche, ne sono note tre varietà, l’amara, che è tossica, la dulcis, usata per l’olio officinale e la fragilis, che si consuma come frutto.

Le mandorle amare sono tossiche poiché contengono acido prussico o cianidrico prodotto dall’amigdalina, letale solo se viene consumato in grandi quantità, infatti questa varietà è usata, in dosi minime, gli amaretti.

Quelle dolci vengono usate sia nel campo della cosmesi, giacché sono emollienti e idratanti, sia in cucina per la preparazione di dolci, in particolare in Sicilia.

Le mandorle Madi Ventura o Fragilis hanno una storia antica, che parte nei paesi bagnati dal Mediterraneo orientale e nell’Oriente.

Infatti, la mandorla arrivò in Sicilia sulle barche dei Fenici e, da lì, si diffuse nelle colonie greche poi, nel Medioevo, l’olio di mandorla spesso sostituiva il più costoso olio d’oliva.

Sono diversi i significati che si nascondono nella mandorla e uno dei più diffusi è quello che la vede circondare Cristo o Maria, per simboleggiare che la natura divina è contenuta da quella umana.

Nella Bibbia, invece, è spesso menzionata per la sua fioritura precoce, vista come simbolo della redenzione del popolo d’Israele.

Una leggenda dell’antica Grecia racconta di Fillide, una principessa tracia che s’innamorò di Demofonte, figlio del mitico Teseo, che era in viaggio verso la città di Troia per combattere nella storica guerra.

Fillide attese per dieci anni la fine della guerra, ma non vedendo tornare che il suo amato si disperò e la dea Atena, mossa a pietà da questa storia, la trasformò in un mandorlo.

Quando Demofonte, che non era morto, seppe che la sua amata era stata trasformata in un albero, corse da lei e abbracciò il tronco, questo gesto fece germogliare i fiori bianchi del mandorlo, invece delle foglie.

La mandorla è presente anche nelle Sacre Scritture, in particolare nella Genesi, per la precisione nel capitolo 43, versetto 11, dove è citata insieme a miele, pistacchi, ladano, aromi e resina profumata.

Nella letteratura latina classica viene nominata nelle Georgiche di Virgilio e nelle Bucoliche.

In epoca Medievale non mancano certo documenti che citano le mandorle, ad esempio nel 716, vengono menzionate in una carta promulgata da Chilperic II re di Francia e nell’812, Carlo Magno fece introdurre la coltivazione di mandorli nei campi imperiali.

Nel 1130, un libro di cucina di re Riccardo Cuor di Leone le raccomanda in numerose ricette e, a metà del XIV secolo, Marino Sanuto racconta erano merce di scambio tra Venezia e Alessandria.

Verso il 1372, un inventario del mercante Jeanne d’Ivrea registra la vendita di 500 libbre di mandorle e nel 1407, alcuni documenti ne testimoniano l’uso per la produzione di marzapane infine, nel 1421, a Cipro i templari parlavano di alcuni prodotti a base di mandorle.