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Uno dei più grandi critici del Novecento…

Nicola Chiaramonte nacque il 12 luglio 1905 a Rapolla, vicino a Potenza, primogenito di Rocco e Anna Catarinella, e iniziò gli studi liceali nel collegio romano Massimo, per poi concluderli al liceo statale Torquato Tasso.

Iscrittosi all’università di Roma, si laureò in giurisprudenza nel 1927, oltre ad avere i primi rapporti con l’antifascismo militante, scrivendo sulla rivista protestante Conscientia e  Il Mondo di G. Amendola vari articoli di cultura e di costume, e le prime critiche cinematografiche.

Nel 1934 emigrò in Francia, per evitare la cattura in Italia, e si fecero più stretti i rapporti con gli ambienti del mondo antifascista, in particolare con il gruppo di Giustizia e Libertà.

Il grande critico nel 1936 andò in Spagna, come combattente repubblicano nella guerra civile spagnola contro le armate franchiste nella pattuglia aerea di André Malraux, ma abbandonò il fronte per un contrasto con i comunisti.

Con l’invasione tedesca fuggì prima a Tolosa, poi, dopo essere stato arrestato, partì nel 1940 per AlgerI, dove strinse amicizia con Camus e visse anche in Marocco, a Casablanca, frequentando un gruppo di antifascisti italiani, in attesa di sbarcare in Italia.

Alla fine del 1941 Nicola partì per gli Stati Uniti, dove visse, tranne per un viaggio in Italia nel 1947, fino al 1948.

Chiamato a collaborare all’Unesco, nel 1949 si trasferì a Parigi, oltre a scrivere per il quotidiano socialdemocratico L’Umanità e nel 1949 aveva iniziato una collaborazione a Il Mondo di Pannunzio.

Inoltre scrisse articoli su Il Ponte, Nuovi Argomenti e, dal 1956, su Tempo presente, la rivista da lui fondata assieme a Ignazio Silone, pubblicata dal 1956 al 1968.

La ricerca dei nuovi motivi etici fu presente anche sua attività di saggista, con gli scritti su Guerra e pace, Roger Martin di Gard, Stendhal, Pasternak, raccolti nel volume Credere e non credere (1971), e con quelli su Mallarmé, Manzoni, Pirandello, Simone Weil, Solženicyn, pubblicati nel volume Silenzio e parole (1978).

Ma il mondo dove Chiaramonte espresse la capacità di raccontare il rapporto tra cultura e vita civile fu la sua attività di critico teatrale che svolse per un ventennio prima sulle colonne del Mondo, poi su quelle dell’Espresso, con un gran numero di saggi, note, recensioni in parte raccolti nei volumi La situazione drammatica (1966)e Scritti sul teatro (1976).

Nicola Chiaramonte morì a Roma il 18 gennaio 1972.