Nicola I

Una storia che unisce il Piemonte al Montenegro…

Dal 1952 al 1970 il cimitero di Casale Monferrato ha ospitato le spoglie del sovrano montenegrino Re Nicola I e della regina Milena, genitori della regina Elena, nella tomba Dalla Valle, alla destra dell’entrata, provenienti dalla chiesa russa di Sanremo, dove in quel momento la cripta regale mancava delle necessarie condizioni di sicurezza.

Oggi i due sposi riposano nella cappella reale di Cettigne, antica capitale del Montenegro e alla chiesa russa di Sanremo rimane il cenotafio e il monumento di villa Ormond.

Nicola I nacque a Njeguši, il 7 ottobre 1841, apparteneva alla casa reale dei Petrović-Njegoš; suo padre era il granduca Mirko Petrović-Njegoš, soldato montenegrino, poeta e diplomatico e fratello maggiore di Danilo I del Montenegro, mentre sua madre era Anastasia Martinović.

Dopo il 1696, il potere sovrano era passato alla famiglia Petrović, da zio a nipote, in eredità monastica con il divieto di matrimonio, ma con Danilo II le cose cambiarono, perché rinunciò all’ufficio episcopale, dichiarando l’eredità in linea diretta maschile.

Non avendo figli, però, a Danilo alla morte succedette il nipote Nicola, cresciuto a Trieste nella casa di Darinka, moglie dello zio, studiò al liceo Louis-le-Grand di Parigi, essendo la congiunta appassionata di cultura francese.

Nel novembre 1860 Nicola sposò Milena, figlia del voivoda Petar Vukotić e, dopo la sua nomina a principe del Montenegro, attuò importanti riforme amministrative e militari, ma, dal 1862 al 1878, nella sua terra ci furono scontri con l’Impero Ottomano.

Nel 1867 incontrò l’imperatore Napoleone III a Parigi e nel 1868 lo zar Alessandro II di Russia, oltre a visitare le corti di Berlino e Vienna.

L’amicizia con la famiglia imperiale russa garantì considerevoli sovvenzioni al Montenegro, infatti armi, munizioni e denaro furono inviati a Cettigne e nel 1876 Nicola I dichiarò guerra alla Turchia. Tra il 1877 e il 1878 il re venne sconfitto dalla resistenza albanese a Plavë, Guci, Hotë e Grudë, ma le grandi potenze gli assegnarono le città di Nikšić, Antivari e Dulcigno come ricompensa, nonostante in queste città i montenegrini fossero stati battuti dagli albanesi della Lega di Prizren, che si piegarono solo sotto l’attacco delle cinque grandi potenze europee, dell’impero ottomano e dei montenegrini.

Inoltre il Montenegro ottenne un’estensione del territorio, l’acquisizione di uno sbocco marittimo sul mare Adriatico e la sua ‘indipendenza fu riconosciuta nel 1878 al Congresso di Berlino.

Nel 1900 Nicola acquisì il titolo di Altezza Reale e il 28 agosto 1910, durante il suo giubileo, venne incoronato sovrano del Montenegro.

Quando scoppiò la guerra dei Balcani nel 1912, il re fu uno dei più entusiasti alleati, con lo scopo di respingere gli Ottomani dall’Europa.

In quanto padre della regina d’Italia Elena, Nicola era molto benvoluto dagli italiani, soprattutto dai pugliesi, così vicini al suo regno e Bari, dove spesso si recava per acquisti, era chiamato zi’ Nicole, al punto che la città gli ha dedicato un busto in corso Vittorio Emanuele.

Durante la prima guerra mondiale, nel 1914, il re fu tra i primi a decidere l’invio di truppe in Serbia allo scopo di far ritirare le forze austriache dalla penisola balcanica.

La fine del conflitto costò a Nicola la perdita del regno e nel 1918 fu esiliato ad Antibes, da dove continuò a proclamarsi re fino alla morte, avvenuta il 1 marzo 1921.

I territori del sud-est europeo poi si unirono nel Regno dei serbi, croati e sloveni, che prese il nome di Jugoslavia nel 1929.

Nel 1989 le salme di Nicola I e della regina Milena sono state portate dalla chiesa russa ortodossa di Sanremo in patria e oggi si trovano nella cappella di Cipur, a Cettigne.