Polynesian Pacific Festival Milano 2022

Dal 12 al 15 maggio, in piazza Città di Lombardia a Milano, si terrà il Polynesian & Pacific Festival, un omaggio alle isole dell’Oceano Pacifico immortalate nelle cartoline di Bora Bora, Waikiki o Rarotonga, dove molti sognano di surfare le onde di Tahiti o bere un Mai Tai coi piedi nudi nella sabbia.

L’Oceano Pacifico e le isole della Polinesia invaderanno Milano in una manifestazione che farà sognare tra eventi culturali, shows, concerti, racconti di viaggio, degustazioni di piatti tipici e drinks a tema Tiki, allo scopo di scoprire questa meravigliosa parte di mondo e celebrare la vita.

I primi abitanti della Polinesia furono grandi navigatori, che erano partiti dal Sud-est asiatico 4.000 anni fa, solcarono l’Oceano e si insediarono nella Polinesia Francese intorno al 300 d.C..

A bordo delle tipiche canoe a bilanciere, gli antenati dei catamarani, questi uomini raggiunsero le Hawaii, la Nuova Zelanda, la Nuova Guinea, Tonga e le Isole Cook, portando a bordo quello che era necessario per rendere vivibile un’isola disabitata, come maiali e galline, ma anche patate dolci, cocchi, il taro, con le sue radici commestibili, per garantire il sostentamento dei primi coloni.

Con il XVI secolo gli abitanti delle isole del Pacifico conobbero i navigatori europei e, dopo un primo periodo di vicendevole studio, questi rapporti si intensificarono nel XVIII secolo.

L’episodio più noto è l’ammutinamento del Bounty quando, nel 1787, il capitano Bligh partì dall’Inghilterra con il suo equipaggio per raggiungere Tahiti.

Dopo un viaggio lungo e difficoltoso, giunti a destinazione l’anno successivo, gli uomini a bordo rimasero affascinati dall’atmosfera e dalla popolazione dell’isola, così diversa dalla vita di mare. Così, nel corso del viaggio di ritorno nel 1789, il secondo ufficiale Fletcher Christian capitanò l’ammutinamento, abbandonando nell’oceano Bligh e l’equipaggio che gli era rimasto fedele, e fece di nuovo rotta verso l’attuale Polinesia Francese.

In questo periodo la vita delle popolazioni indigene iniziò a mutare profondamente, con nuovi stili di vita, scambi commerciali, conversioni al cristianesimo, e la cultura polinesiana, fondata sul dono e sulla reciprocità, sul politeismo e sulla mitologia legata alla natura, sulla libertà delle abitudini sessuali, su tradizioni come quella del tatuaggio, fu profondamente modificata.

Prima del consolidamento dei rapporti con i colonizzatori, le isole della Polinesia vennero governate da diverse famiglie che esercitavano la loro autorità su una determinata zona, senza sottostare a un’unica figura regnante.

Ma i contatti con i navigatori europei fecero intuire ai Polinesiani quanto questo avrebbe potuto sovvertire gli equilibri di potere e venne fondato il Regno di Tahiti, che comprendeva quasi 3 milioni di chilometri quadrati tra mare e terra e si relazionava con il mondo occidentale come un’unica entità.

Nel 1880 il Regno di Tahiti fu ceduto alla Francia, diventando parte degli Établissements Français d’Océanie (Territori Francesi d’Oceania) e fu avviato un programma di rapida espansione commerciale.

Dalla Cina fu fatta arrivare la manodopera necessaria per le piantagioni di vaniglia e cotone, mentre la madreperla e la copra, derivata dal cocco, divennero i cuori dell’economia polinesiana.

Circa 1.000 Polinesiani furono inviati in Europa nella Prima Guerra Mondiale e poco dopo l’intervento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale 5.000 soldati americani arrivarono a Bora Bora per respingere l’avanzata giapponese nel Pacifico.

Solo nel 1957 gli Établissements de l’Océanie presero il nome di Polinesia Francese, guadagnando una maggiore autonomia.