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Il Partenone di Atene non è solo il più noto tempio dell’Acropoli della capitale greca, ma è considerato la massima espressione dell’architettura ellenica,  dedicato ad Atena, dea della saggezza e protettrice della città.

Dopo la distruzione del primo tempio consacrato alla dea, quando la città fu conquistata dai Persiani tra il 480 e il 479, fu ricostruito sotto Pericle ed affidato a un progetto di Fidia. Ictino e Callicrate, che  tra il 447 e il 438 edificarono il Partenone proseguendo, modificando e ampliando il precedente tempio, cioè un edificio periptero esastilo che presentava il parthenon oltre al naos.

Il Partenone fu il cuore del culto di Atena per quasi mille anni, poi nel VI secolo divenne una chiesa cristiana e nel XV  una moschea, ma rimase intatto fino al settembre 1687, quando un colpo di cannone dei veneziani che assediavano la città centrò un deposito di polvere di sparo al suo interno, causando il crollo dei muri centrali e di numerose colonne.

Il Partenone ha una pianta di 30,88 x 69,50 metri, che segue il modello di ordine dorico periptero octastilo.

La cella è divisa in tre navate da due file di colonne doriche, dove ogni fila è formata dalla sovrapposizione di colonne di due dimensioni, con quelle inferiori più alte e quelle superiori più basse, un tempo unite da una fila supplementare di colonne sul lato Ovest, ad accogliere la statua crisoelefantina di Athena fidiaca.

A differenza degli altri templi, il Partenone presenta oltre al naos un altro locale, il Parthenon, dove vergini ateniesi tessevano il peplo da offrire alla statua di Athena durante le feste Panatenèe.

Al momento della costruzione del tempio, tra il 447 a.C. e il 432 a.C., per la sua decorazione furono creati tre gruppi di sculture,  le metope, il fregio e le sculture dei frontoni.

Fra questi, le metope e il fregio erano parte della struttura stessa del Partenone, infatti non furono prima realizzati e successivamente collocati sul tempio, ma vennero scolpite sul posto, una volta ultimati i lavori.

Le metope erano delle sculture in altorilievo ed esistevano originariamente 92 metope, 32 su ciascuno dei lati lunghi e 14 su ognuna delle due fronti, dove ognuna era separata dalla seguente attraverso una semplice decorazione architettonica, nota come triglifo, ed erano disposte tutt’intorno all’edificio, sopra la fila esterna di colonne.

Sul lato nord del tempio era rappresentato l’Ilioupersis, con scene della guerra di Troia, il lato sud era dedicato alla Centauromachia, la battaglia tra i Lapìti e i Cenaturi, sulla facciata orientale era raffigurata la Gigantomachia, con gli dèi dell’Olimpo in lotta contro i giganti e a est era rappresentata l’Amazzonomachia, cioè la battaglia tra i Greci e le Amazzoni.

I temi delle metope simboleggiano la vittoria della civiltà sulle barbarie, e della ragione sull’irrazionale.

Il fregio ionico, lungo 160 metri, era disposto al di sopra delle mura della cella, all’interno del peristilio e non immediatamente visibile, ed è un’unica scultura in bassorilievo, con la processione al tempio in occasione delle festività Panatenèe in onore di Athena Polis.

La tecnica scultorea di Fidia  in questo lavoro è  estremamente raffinata, infatti le statue, ciascuna delle quali assume pose ed espressioni sempre diverse dalle altre,  sono finite anche nella loro parte posteriore non in vista.

Nel frontone occidentale è rappresentata la gara fra Atena e Poseidon per il possesso dell’Attica, dove dallo spazio centrale del timpano le due grandi figure incrociate di Atena e Poseidon divergono verso angoli opposti, mentre in quello orientale è rappresentata la nascita di Atena dalla testa di Zeus.