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Gige nella storia greca è il grande protagonista del mito dell’anello, raccontato da Platone nel secondo libro de La Repubblica, incentrato proprio su quest’oggetto magico.

Secondo il racconto, Gige era un parente di Creso, uno dei più noti re dell’antichità, e lavorava come guardiano dei buoi al servizio del re di Lidia, Candaule. 

Quando un giorno un terremoto avvenne proprio nella regione dove Gige stava facendo pascere le capre, comparve una grande caverna e il pastore, curioso, vi si avvicinò trovandovi l’effigie di un cavallo di bronzo.

All’interno della statua c’era il corpo senza vita di un uomo, con al dito un anello d’oro stupendo e di valore inestimabile.

Poco tempo dopo Gige scoprì per caso che, se girava l’anello all’interno della mano, diveniva del tutto invisibile, e capì di avere a disposizione un vero tesoro.

Così il giovane si recò al palazzo del re, dove grazie all’anello s’introdusse nelle stanze della regina, la sedusse, poi uccise il re e divenne il sovrano della Lidia al suo posto.

La morale della favola di Platone, è che tutti gli uomini potendo fare cose terribili senza essere visti non riescono a resistere alla tentazione di commetterle.

Ma la storia di Gige non finisce con la sua salita al trono.

Infatti grazie al favore dell’oracolo delfico, da lui guadagnato con ricchi doni, Gige estese la sovranità lidia sulle coste occidentali dell’Asia Minore, assoggettando Colofone e Magnesia, mentre Smirna e Mileto riuscirono a conservare l’indipendenza.

L’espansione lidia fu però gravemente minacciata dall’invasione dei Cimmerî, una popolazione tracia o traco-iranica, che dal Caucaso era giunta nell’Asia Minore e attaccò il regno di Urartu, e di lì devastò la Frigia e la Lidia.

All’inizio Gige, alleatosi con il re Assurbanipal di Assiria, riuscì a respingerli, ma in seguito, staccatosi dal vassallaggio verso l’Assiria e diventato alleato del  faraone d’Egitto Psammetico, dovette soccombere a un nuovo assalto dei Cimmerî, che giunsero a impadronirsi della sua capitale, Sardi.

Il grande re della Lidia morì combattendo contro di loro, o, secondo altre ipotesi, di morte naturale durante quell’ultima invasione.