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L’attore che raccontò la Sicilia come non lo fece mai nessuno…

Salvatore Ferro, detto Turim nacque a Catania negli ultimi giorni del dicembre 1920, ma non si conosce la data precisa poiché. a causa di un errore presso l’anagrafe comunale, fu registrato solo il 10 gennaio 1921.

Da bambino seguì le orme del padre, attore dilettante, e dopo essersi esibito in vari teatrini salesiani interpretando autori come Giovanni Verga e molti altri scrittori siciliani, debuttò nella compagnia teatrale Brigata D’Arte Di Catania.

Negli anni della sua gioventù seguì il consiglio del padre, che gli suggerì mentre faceva l’attore di teatro di continuare gli studi, in modo di avere un lavoro sicuro per il futuro.

Dopo alcuni anni Turi conseguì il diploma magistrale, ma la sua passione per la recitazione era molto forte, così decise di continuare su quella strada con la moglie Ide Carrara, recitando nella Compagnia Rosso Di San Secondo Roma.

All’inizio degli anni Cinquanta interpretò le opere di Luigi Pirandello, come nella parte del mago Cotrone in I Giganti Della Montagna, messa in scena da Giorgio Strehler.

Nel 1957 creò con la moglie L’Ente Teatrale Sicilia, riuscendo a unire i migliori attori teatrali regionali come Michele Abruzzo, Rosina Anselmi e Umberto Spadaro, portando in scena Il Fu Mattia Pascal, Liola, Uno Nessuno e Centomila, Questa Sera si Recita a Soggetto, Come Tu mi Vuoi, Pensaci Giacomino, Cosi è (Se Vi Pare) e Sei Personaggi In Cerca D’Autore.

Ferro nel 1965 fu chiamato dal regista Luigi Squarzina per interpretare il dramma La Grande Speranza, scritto da Rietman, poi si cimentò con un altro grande narratore italiano, Leonardo Sciascia, con Gli Zii Di Sicilia, Candido, La Corda Pazza, Le Parrocchie Di Regalpetra, Nero Su Nero, Il Giorno Della Civetta, Il Contesto, Porte Aperte e Todo Modo e allo scrittore Giovanni Verga con I Malavoglia, Mastro Don Gesualdo, Novelle Rusticane, storie delle vittime di un destino che nemmeno la volontà più tenace riesce a modificare.

Portò a teatro anche i romanzi di Vitaliano Brancati come Don Giovanni In Sicilia, Il bell’Antonio e La Governante.

Turi Ferro è uno degli attori di teatro che venne diretto in palcoscenico, nella rappresentazione Carabinieri, dal grande regista Roberto Rossellini, al Festival di Spoleto.

Sono invece pochi i film sul grande schermo cui partecipò, come Un Uomo da Bruciare del 1961, diretto da Paolo e Vittorio Taviani, con Gian Maria Volonté, e nel 1965 apparve con Ugo Tognazzi, Jean-Claude Brialy, Stefania Sandrelli e Nino Manfredi in Io La Conoscevo Bene, diretto di Antonio Pietrangeli.

Nel 1979 fu con Michele Placido in Ernesto di Salvatore Samperi e nel 1981 interpretò con Vittorio Gassman, Paolo Villaggio e Laura Antonelli, la commedia Il Turno, diretta da Tonino Cervi.

In televisione Ferro negli anni Sessanta recitò in sceneggiati come Mastro Don Gesualdo, I Malavoglia e Il Segreto Di Luca, tratto dal romanzo di Ignazio Silone.

Turi Ferro continuò a recitare fino all’ultimo in grandi opere teatrali, che raccontavano in diversi modi la sua Sicilia, dove morì il 10 maggio 2001, a 80 anni.