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Nel primo semestre 2021 si conferma il trend positivo nella terra dei laghi, alla crescita del mercato interno: la conferma arriva dai dati analizzati nell’approfondimento curato dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Varese.

I numeri parlano chiaro e, confermano la crescita del mercato interno evidenziata già nell’estate 2020 subito dopo la riapertura per il lockdown dovuto al covid.

L’analisi dell’Ufficio Studi e Statistica di Camera di Commercio, pubblicata sul portale OsserVa, nel primo semestre di quest’anno, mostra chiaramente che le presenze nelle strutture ricettive della provincia di Varese sono cresciute, arrivando a quota 405.59. Un incremento significativo perché il 2021 paga il lockdown di gennaio e febbraio, che invece un anno fa vedevano pienamente operative le strutture del territorio varesino. Per quello che concerne gli arrivi, la statistica che considera solo la prima notte di permanenza sul territorio, sono stati 197.367, sempre considerando solo il periodo da gennaio a giugno. Dati che rimangono lontani dall’ultimo anno pre-covid, quel 2019 che fece segnare numeri da record al termine di una crescita decennale (rispettivamente 2.246.100 presenze e 1.430.313 arrivi per l’intero anno solare), ma che segnano fortunatamente una positiva inversione di tendenza. Le cifre relative al mese di giugno di quest’anno confermano che la ripresa sembra essere avviata: le 106.035 presenze doppiano il dato dello scorso anno e gli arrivi hanno fatto segnare un incremento di 20mila turisti.  I segnali di recupero del turismo varesino, arrivano dall’estate 2020, quando le campagne di promozione sviluppate da Camera di Commercio avevano aiutato la ripresa, con il netto aumento dei pernottamenti italiani lungo la sponda lombarda del Lago Maggiore, a luglio e soprattutto ad agosto, fecero segnare uno strepitoso +124%, ma la tendenza si conferma ancora nella prima parte di quest’anno.

Resta la constatazione che, al settore turistico della provincia di Varese, mancano ancora però due componenti decisive: il mondo legato alle presenze per motivi di business e fieristici-congressuali, attualmente ancora rallentate dalla limitazione dei viaggi e dal perdurare delle modalità di collegamento online, e soprattutto dal transito nell’aerea dell’aeroporto di Malpensa. Le strutture ricettive dell’area dello scalo, con 131mila presenze complessive nel semestre, rimangono addirittura sotto il 2020, quando erano state 165mila, e ben lontane dalle 476mila di due anni fa.

L’approfondimento dell’Ufficio Studi e Statistica ci dice che strutture varesine stanno tornando ad essere attraenti, in particolarmente per gli italiani, nonostante timidi segnali di tenuta anche degli stranieri. Sono soprattutto i lombardi a preferire il territorio varesino con i suoi laghi, montagne, colline, monumenti, patrimoni Unesco, le presenze da gennaio a giugno si sono attestate a 112.006, su un totale di 270mila nostri connazionali che hanno scelto di trascorrere delle giornate nel varesotto. Altro effetto positivo che balza all’occhio è l’allungamento della permanenza media, soprattutto sui laghi, dove è salita a quasi tre giorni. Da ultimo, l’indagine pubblicata su OsserVa ci riporta i dati relativi alle stanze: la percentuale di camere occupate nelle strutture alberghiere varesine nei mesi primaverili si attesta attorno al 30%, fino ad arrivare al 41% a giugno. Lo scorso anno, l’indice riferito allo stesso mese era fermo al 17%. I livelli pre-pandemia rimangono ovviamente lontani: a giugno 2019, l’occupazione delle camere  delle strutture varesine era pari all’83%.

Dati che fanno ben sperare per il futuro, e che portano ricadute positive sul territorio, anche nel settore enogastronomico, con i prodotti varesini che vanno incontro ad una notevole riscoperta e sono sempre più apprezzati specialmente dai turisti stranieri.