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Una mostra per raccontare quali furono gli spunti che la musica fornì alle arti visive tra Ottocento e Novecento, è questa Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie, aperta fino al 4 luglio nelle sale di Palazzo Roverella a Rovigo e curata da Paolo Bolpagni, in collaborazione con Francesco Parisi e Benedetta Saglietti.

La rassegna rappresenta un’esposizione di vasto respiro dedicata alle tante relazioni tra musica e arte, dalla stagione simbolista fino agli anni Trenta del Novecento.

Il wagnerismo è uno dei temi della mostra, ma si racconta il tributo che l’arte ha dedicato a Ludwig van Beethoven, cui la Secessione viennese dedicò, nel 1902, una mostra dove fu esposto per la prima volta Beethovenfries di Gustav Klimt ispirato all’Inno alla gioia della Nona sinfonia, oltre alla stagione delle avanguardie, con il cubismo che fece emergere l’orientamento dei pittori a vedere come soggetti gli strumenti musicali e il futurismo in cui ha una grande importanza la componente sonora, ad esempio Luigi Russolo, oltre che artista visivo, fu compositore e inventò gli intonarumori.

Una parte della rassegna è dedicata a Vasilij Kandinskij che, assieme a Paul Klee, mise la musica in un ruolo centrale nella sua pittura, come parte di un mondo che desidera liberarsi definitivamente dal concetto di rappresentazione.

Proprio di Kandinskij, dalla Collezione teatrale dell’Università di Colonia, arriva una sequenza di cinque dipinti che furono le prove scenografiche per la messa in scena dei Quadri di un’esposizione, il capolavoro di Modest Musorgskij, che dipinse nell’aprile del 1928 per il Friedrich-Theater di Dessau, su invito di Georg Hartmann, direttore del teatro.

Nella mostra c’è anche un raro e prezioso dipinto di Kandinskij del 1931 intitolato Dunn und fleckig Souple, proveniente da una collezione privata.

La rassegna prosegue con il Neoplasticismo, che vide una presenza forte della musica, in particolare nelle opere di Piet Mondrian e Theo van Doesburg, ai ritmi della danza moderna.

La stagione delle avanguardie storiche è chiusa dal Dadaismo e dal Surrealismo, dove la componente sonora con Kurt Schwitters nell’Ursonate e Francis Picabia nel celebre La musica è come la pittura.

Vedere la Musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie ha così l’obiettivo di mettere in evidenza la lunga storia di relazioni, intrecci e corrispondenze tra musica e arti, sottolineando le originali sfaccettature delle interazioni tra l’elemento musicale e le arti visive e proponendo esempi di entrambe le arti con quella che è una mostra-spettacolo.

La mostra apre dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, il sabato, la domenica e i festivi dalle 9 alle 20 ed è possibile acquistare in anticipo il biglietto collegandosi al sito ufficiale di Palazzo Roverella.