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Curioso, dalla mente aperta, Don Vincenzo Cimatti non fu solo un grande missionario salesiano, ma studiò a lungo la cultura del Giappone, paese che lo considerò come un suo figlio adottivo…

Vincenzo Cimatti nacque a Faenza il 15 luglio 1879 e nel 1882 perse, a soli tre anni, il padre.

In quei giorni San Giovanni Bosco era in viaggio nella provincia di Faenza e Rosa, la madre di Vincenzo, con i suoi tre figli, era nella chiesa del paese ad ascoltarlo.

A un certo punto Rosa disse a Vincenzo “Guarda, guarda don Bosco!” mentre lo sollevava in direzione del pulpito e il bambino guardò a lungo il santo di Valdocco.

Vincenzo, ormai adolescente, entrò nel collegio dei Salesiani, dove lo precedette il fratello Luigi, che andò in America Latina, lavorò per i giovani come coadiutore e morì nel 1928, visto da tutti come un santo.

Invece Vincenzo aveva la passione degli studi e della musica, a 21 anni si laureò in composizione musicale presso il Conservatorio di Parma, a 24 anni in scienze naturali all’Università di Torino e a 27 in filosofia e pedagogia- A26 anni, ci fu la conclusione dei suoi studi teologici e l’ordinazione sacerdotale, anche se il suo sogno era quello di diventare missionario.

Per vent’anni don Cimatti fu insegnante, preside, direttore a Valsalice, compositore, maestro della banda poi, a quarantasei anni, partì per il Giappone, con l’obiettivo di portare l’opera salesiana nel paese del Sol Levante.

Qui i salesiani fecero i conti con la lingua e il più in difficoltà era proprio Vincenzo, al punto che anche con il passare degli anni il suo giapponese non andò mai oltre un livello elementare.

Perfettamente a suo agio tra i ragazzi, don Vincenzo insegnò loro la via per arrivare al cuore di Gesù, senza tante parole.

S’impegnò come don Bosco nell’apostolato della stampa e della musica, con circa 2000 concerti, non solo in Giappone, fondò l’Editrice Don Bosco che promosse le traduzioni di molte opere, tra cui la vita di Domenico Savio, compose una sinfonia per il 2600° anniversario di fondazione dell’Impero Giapponese, trasmessa per radio che i giornali giudicarono più giapponese di quelle giapponesi.

Persino quando un’embolia rese più impacciato il suo parlare, Vincenzo continuò a essere un figlio di don Bosco con la preghiera, il consiglio, la saggezza, mantenendosi dolce con tutti.

Don Cimatti morì il 6 ottobre 1965 e oggi fa parte dei venerabili ed è ad un passo della beatificazione.