Non poteva che essere così, la leggendaria Babilonia con la sua storia, così ricca da sfiorare la leggenda.
Ora patrimonio mondiale dell’Unesco, l’antica città di Babilonia è una dimostrazione del lavoro dell’uomo e dell’importanza documentaria e culturale che lascia per le generazioni future a memento dei nostri antenati e di antiche civiltà ormai scomparse ma che, persistendo nel ricordo e nella realtà, continuano a convivere con il presente in un rapporto di reciproco scambio storico.
L’antico insediamento iracheno della Babilonia mesopotamica, città menzionata per la prima volta in una tavoletta di argilla del XXIII secolo a.C. situata nel territorio della mezzaluna fertile tra il Tigri e l’Eufrate, culla delle civiltà mondiali dai cui abitanti quattromila anni fa nacque l’umanità moderna, è stato inserito all’interno della lista del patrimonio Unesco anche grazie alle pressioni nei confronti delle Nazioni Unite da parte dello stato dell’Iraq risalenti al 1983.
Il via libera all’inserimento di Babilonia è stato accolto durante la riunione dell’Unesco World Heritage Committee presieduta presso Baku, capitale dell’Azerbaijan.
Con il voto di accreditamento al patrimonio mondiale, Babilonia è divenuta il sesto sito patrimonio Unesco nei confini di un paese detto le culla delle civiltà.
Il presidente iracheno Barham Salih, insieme al primo ministro Adel Abdul Mahdi, ha esposto l’opinione che alla città, le cui rovine archeologiche sono il simbolo di una delle più belle, ricche e lussuose città del mondo arcaico, nota per i suoi magnifici terrazzi e i lussureggianti giardini pensili inseriti in quell’oasi coltivabile tra i due fiumi nel mezzo del deserto arabo, ancora dimostrazioni della grandezza del luogo, sia stato finalmente restituito il suo posto legittimo nella storia dopo troppi anni di abbandono da parte dei leader precedenti.
Babilonia rappresenta un esempio unico di realtà storica e artistica imprescindibile dal presente e irriducibile alla cultura moderna, non riproducibile e unica, che deve essere tutelata e protetta affinché non accada la sparizione di un tassello della memoria dell’umanità.
Dopo il riconoscimento Unesco, il sito sarà studiato ancora più approfonditamente e controllato oltre ad essere valorizzato e restaurato per evitare i soprusi perpetrati alla sua integrità come quelli provocati dalla costruzione di un palazzo per il dittatore Saddam Hussein, e in seguito da un insediamento militare statunitense.
Il governo ha annunciato lo stanziamento di fondi per incrementare gli sforzi di conservazione, in modo che locali e turisti, possano passeggiare tra i resti delle sue mura, delle abitazioni, dei templi e degli ineguagliabili palazzi che si estendono in un’area di dieci chilometri quadrati.
Molto resta da fare per la tutela e per proseguire gli scavi della città, poiché fino ad oggi si è esaminato soltanto il 18% dell’area archeologica.