Ci sono storie che nessuno conosce, perché non vengono più raccontate. Il trascorrere del tempo non ne deve cancellare la memoria perché fanno parte del nostro passato.

In Via Cardano, nel centro storico di Pavia, un tempo si trovava la chiesa consacrata a San Marziano, il santo vescovo fondatore della diocesi di Tortona, venerato nel Pavese e nella Lomellina.

Marciano detto anche Marziano, conosciuto fin dall’alto Medioevo, a Tortona era inserito nella lista dei vescovi della città, dagli studiosi e dalla devozione popolare, come protovescovo di Tortona ed era indicato come martire ai tempi dell’imperatore romano Adriano (117-138). 

In realtà vari documenti del VIII  secolo non lo indicano come vescovo e fu solo nell’840 che Valafrido Strabone, nell’occasione della costruzione di una chiesa per ordine del conte Alpgero, lo indicò come protovescovo di Tortona e martire.

Un altro documento del  X secolo dice che Marziano era il vescovo di Ravenna, martire e fu sepolto a Tortona. 

La prima attestazione documentaria del monastero benedettino di San Marziano di Pavia è del 1180, mentre nel XIV secolo il monastero fu sottoposto alla giurisdizione del monastero di San Marziano di Tortona.

Il monastero di San Marziano dal 1460 sparisce dagli atti del comune di Pavia.

La chiesa di San Marziano fu attestata dal 1180, mentre la parrocchia venne citata nel 1250 in una serie di documenti sulla storia pavese del  XIII secolo, inoltre è menzionata tra le parrocchie di Porta Pontis nelle Rationes decimarum del 1322-1323, oltre a comparire nei rogiti del cancelliere episcopale Albertolo Griffi degli anni 1370-1420.

La parrocchia di San Marziano venne soppressa nel 1564, mentre la Chiesetta o Oratorio del Crocifisso fu fondata verso il 1570 per conto della nobile famiglia Giorgi, dopo la demolizione della Chiesa di San Marziano.

La chiesa del Crocefisso si trovava nel primo tratto di via Cardano, prima piazzetta a destra, ed era una succursale della vicina Chiesa di Santa Maria Cappella, collocata in via Rezia, nel tratto fra via Cardanovia Maffi.

Nel 1634 la chiesa fu ceduta dal Vescovo Bandriani alla Corporazione degli Orefici con l’obbligo di curarne la manutenzione, ma nel 1655 l’oratorio era ormai del tutto sottoposto alla totale giurisdizione di Santa Maria Cappella.

Nel XVIII secolo una disposizione del Governo abrogava le corporazioni d’arti e mestieri e nel 1725 la chiesa e il suo oratorio furono adibiti a uso civile e privato.