Nella piccola frazione di Mairano, che si trova dove Casteggio inizia a salire verso la prima collina ricca di vigneti, lunedì 26 agosto si terrà la nuova edizione di Una Mairano Da Bere.

In questo piccolo borgo come ogni anno arriverà l’enogastronomia, presentando le eccellenze gastronomiche ed enoiche del territorio, con la partecipazione di produttori e vitivinicoltori che presenteranno al pubblico le loro produzioni.

La storia di Mairano è un tutt’uno con quello di Casteggio, che venne abitata almeno dal VI secolo a. C., dove sorse il villaggio dei Galli Anamari che divenne poi la romana Clastidium.

Se gli Anamari e i Boi erano un buon vicinato con i Romani, non così furono gli Insubri, alleati di Annibale, che nella battaglia di Clastidium del 222 a. C. vennero sconfitti dalle truppe guidate dal console Marco Claudio Marcello.

Clastidium sotto i Romani fu un attivo centro commerciale in contatto con la vicina Augusta Placentia (Piacenza) e fu il più importante sulla via Postumia fra Derthona (Tortona) e Placentia.
Nonostante in un documento del 972 si cita l’esistenza di Mairano Casteggio non ebbe un ruolo importante sia durante la dominazione longobarda di tutto il territorio pavese, sia nella successiva era carolingia, vivendo come il ruolo di protettorato sotto le insegne della Diocesi di Piacenza, di cui era pieve.

La pieve di Casteggio aveva una dozzina di parrocchie e fino alla metà del Trecento ebbe un certo prestigio poi, quando nel 1360 iniziò il dominio dei Visconti, Casteggio finì nel Ducato di Milano, di cui seguì le sorti fino alla metà del Settecento, prima di passare al Piemonte.

Casteggio fu usata dai Visconti come roccaforte, grazie alla sua posizione elevata, e divenne definitivamente feudo nel 1441 sotto il comando del bresciano Cesare Martinengo, poi si sottomise agli Sforza nel 1450.

Sotto gli Sforza Casteggio ebbe un periodo privo di avvenimenti di rilievo, con diverse famiglie feudatarie fra cui i Bentivoglio di Bologna e i liguri Del Carretto di Finale che, dopo l’estinzione della stirpe, nel Seicento passarono il dominio agli Sforza Visconti, marchesi di Caravaggio.

Dopo il trattato di Aquisgrana, all’inizio della seconda metà del Settecento iniziò la rinascita del borgo, che comincia ad assumere l’assetto urbanistico e monumentale che ancor oggi lo caratterizza.

L’occupazione francese su Casteggio, che seguì le sorti del Piemonte e fu annesso alla Francia con i suoi domini, durò fino al 1814, fino alla fine dell’impero napoleonico.

La famiglia casteggiana più note dell’epoca fu quella dei Casella, che diedero alla città anche un sindaco.
Caduto Bonaparte, tornarono i Savoia a governare Casteggio, che divenne famosa per due concerie e il commercio di frutta e vino, mentre le famiglie più in vista furono quelle dei Vacchelli, De Vecchi, Robolini, Grillo, Montagna e Venco.

Nel decennio fra le due guerre d’indipendenza (1848-1859) la città visse un periodo ancora più ricco di sviluppo e benessere.

Nel 1911 Casteggio superò i 5.000 abitanti, ma già quattro anni prima l’economia locale aveva visto la nascita della Cantina Sociale nel 1907, inoltre nel 1898 fu fondato il Casteggio Football Club e la città, anche urbanisticamente, si apprestava ad assumere l’aspetto attuale che l’ha resa uno dei centri più noti dell’Oltrepò Pavese.