Alla fine di un lungo viale alberato, alla periferia di Cilavegna, tra le risaie della Lomellina, si trova il piccolo santuario di Sant’Anna, madre di Maria e simbolo della fertilità di queste terre.

Questo luogo di fede e spiritualità si trova nei campi tra Cilavegna e Parona, anzi la tradizione dice che nel Medioevo tutta la zona dipendeva da quella parrocchia.

Si racconta anche che fino al Cinquecento il prezioso affresco di Sant’Anna, simbolo della devozione locale, si trovasse in una cappelletta di una località detta la Calderina, nel cuore delle risaie lomelline.

Con l’inizio del nuovo secolo e la divisione dei terreni tra i nuovi comuni di Albonese e di Parona la cappella passò a Parona ma i Cilavegnesi, molto devoti a Sant’Anna, trasportarono nella notte l’affresco nel loro territorio collocandolo tra le vigne, dove si trova ancora oggi.

Qui gli abitanti eressero una chiesetta in suo onore perchè la santa proteggesse le vigne, allora cuore dell’economia locale, detta Gesiolo della Caldernina, per la vicinanza con l’omonima cascina.

Nel 1671 la chiesetta corse il pericolo di essere rasa al suolo per ordine del vicario generale di Pavia, che voleva far trasferire l’affresco nella chiesa parrocchiale, per evitare furti e profanazioni.

Ma gli abitanti decisero di salvare questo luogo di fede, comprando paramenti e arredi, restaurando quello che era stato danneggiato e nominando un addetto alla cura del santuario, detto Eremita della Calderina.

Verso il 1719 frate Agostino Zuccola convinse la Curia dell’importanza di celebrare la messa nel santuario e così, il 26 luglio, venne celebrata per la prima volta in quei luoghi la festa di Sant’Anna, con una messa cantata e una processione tra i campi, che vide l’aspersione con l’acqua di San Giulio e il lancio dei fuochi d’artificio.

La chiesa nel 1871 rischiò, per la seconda volta, di essere abbattuta come conseguenza della costruzione del Canale Cavour, che doveva passare dove si trovava il santuario, ma l’ingeniere Giuseppe Pisani fece di tutto per salvare il Santuario di Sant’Anna, riuscendoci.

Sopra l’altare c’è un affresco di Sant’Anna con San Gioacchino e la figlia Maria, attribuito alla scuola di Gaudenzio Ferrari.

La chiesa un tempo era a una sola navata, ma nel 1889 venne avviato l’ampliamento su un progetto di padre Del Console, mantenendo una parte dell’antica costruzione oggi visibile vicino alla navata anteriore.

Oggi è a tre navate e con altrettanti altari, il maggiore, quello alla Beata Vergine di Lourdes e quello di Santa Rita da Cascia, ed è decorata con gli affreschi del pittore vigevanese Ferdinando Villa.

Il Santuario è noto anche per la festa di Sant’Anna del 26 luglio che si celebra con una forte partecipazione degli abitanti e di turisti.