Dal 7 novembre Torino avrà una via in memoria di Enrico Koelliker, il fondatore dell’omonimo ospedale torinese, che sostituirà Via Luigi Contratti.

Enrico Koelliker, industriale italo-svizzero, era una personalità molto importante per la città di Torino, dove fondò nel 1927 l’Ospedalino Koelliker, punto di riferimento per la cura di migliaia di bambini piemontesi.

Nato a Vigevano (PV), Enrico si trasferì prima a Musocco (MI) e poi a Torino e si occupò inizialmente d’importazione di macchine tessili insieme al padre, attività che lo portò ad aprire un’azienda di passamanerie tessili pregiate a Musocco, dove si sposò con Lina Banfi.

Dalla lunga unione nacquero cinque figli, Brunilde e Teodoro, Enrico, dirigente tessile, Wolfram, detto Bepi, famoso importatore d’auto di lusso e proprietario del Salone di Corso Vittorio a Torino e Gigi, collaboratore dell’azienda automobilistica del fratello.

Quando la rotta di Caporetto travolse il fronte italiano nel 1917, Milano non era considerata una città sicura e i Koelliker decisero di trasferirsi a Torino.

Enrico fu un cavaliere dei S.S. Maurizio e Lazzaro, commendatore della corona d’Italia, oltre ad essere una delle più nobili e generose figure della sua generazione, galantuomo nel più ampio senso del termine, signore per istinto, intelligente e dinamico, industriale di classe e lavoratore instancabile.

Aveva il grande dono di diffondere simpatia e di farsi amare da tutti e la sua generosità fu proverbiale quanto lo erano la sua modestia e la sua bontà.

Dopo aver perso i due figli Brunilde e Teodoro in tenera età, nel 1928 Koelliker raccolse una somma di denaro da conferire al Comune di Torino per fondare un ospedale per bambini e all’inaugurazione, con il principe ereditario Umberto di Savoia, erano presenti le maggiore autorità civili, militari e religiose della capitale piemontese.

Fu quella la sua opera benefica più alta e più meritoria ma il suo cuore generoso non cessò mai di dare aiuto a chi ne aveva bisogno.

Negli anni Cinquanta l’Ospedalino, che era divenuto una grande istituzione per la città, fu donato da Enrico Koelliker alle Missioni della Consolata che ancor oggi accoglie generazioni di bambini e genitori da tutto il Piemonte.

Ricco e amato da tutti, l’industriale morì a Verona pochi anni dopo il suo ultimo dono alla città di Torino.