Sagre, fiere o mostre sul Radicchio rosso, simbolo del Veneto in cucina, si tengono ogni anno a Mogliano Veneto, a Spesiamo, a Martellego, a Rio San Martino, a Zero Branco, a Mirano, a Dosson di Casier, a Roncade, a Quinto di Treviso.

Dopo quella di Treviso di novembre spetta al Comune di Preganziol, dove si è sviluppata la coltivazione di questa varietà, presentare la 49ma edizione della Mostra del radicchio rosso dal 17 al 19 gennaio, su una particolare varietà del Radicchio Rosso, che richiede settimane di pazienti lavorazioni manuali per un sapore unico al mondo, che poi finirà sulle tavole dei gourmet e nelle cucine dei grandi chef.

Il Radicchio Rosso di Treviso proviene dall’area compresa fra le province di Treviso, Padova e Venezia e la coltivazione segue regole ben precise, con la raccolta dal campo aperto che può iniziare solo dopo due brinate.

Dopo la raccolta c’è una prima Preforzatura a partire dai primi di novembre, dove si formano mazzi da 25-30 piante che vengono sistemati su due solchi, protetti dalle basse temperature grazie a piccoli tunnel coperti con un foglio di materiale plastico.

C’è poi la fase dell’imbianchimento, durante la quale i mazzi sono posti in vasche riempite con acqua corrente di risorgiva a temperatura costante per circa quindici giorni e in acqua il processo vegetazionale riprende ma in assenza di luce, cosa che impedisce alla pianta di produrre clorofilla.

Una volta ottenuti i nuovi germogli, si procede con lo sfrondamento dei mazzi di radicchio in ambienti riscaldati e poi segue la toelettatura, ovvero il lavaggio e il confezionamento.

Una volta pronto, il Radicchio rosso si presenta nella forma lanceolata, con germogli regolari e compatti che tendono a chiudersi all’apice e la sua forma inconfondibile lo rende elegante e raffinato nell’aspetto, unico nel sapore amarognolo e croccante.

Sulle origini del Radicchio rosso di Treviso si dice che il merito va a Francesco Van den Borre, botanico belga, esperto di allestimenti di parchi e giardini che nel 1860 giunse a Treviso dal Belgio, per realizzare un giardino all’inglese annesso alla settecentesca villa Palazzi.

La sua esperienza nelle tecniche d’imbianchimento già da molto in uso per le cicorie belghe influenzò la coltivazione del radicchio rosso presso alcuni coltivatori trevigiani.

In cucine il Radicchio rosso per il suo particolare gusto ricorre negli antipasti e nelle tartine abbinato a formaggi, può essere preparato crudo come insalata, cotto nei risotti e nei condimenti per sughi da utilizzare per condire la pasta oppure come ripieno di ravioli o per caratterizzare, con il suo sapore, gustose paste al forno, per dare sapore alle torte salate e in molti piatti della tradizione come le zuppe di fagioli o la polenta, è ottimo come contorno, appassito, in forno o in padella.

A Preganziol La Mostra del Radicchio Rosso nacque alla fine degli anni Sessanta, quando i produttori decisero assieme alla Pro Loco e all’Amministrazione Comunale, di dare vita a una Mostra mercato autonoma, rispetto all’unica esistente, che era quella di Treviso.

La mostra in diverse occasioni è stata ospitata negli spazi della Villa Franchetti, dimora settecentesca che ha ospitato lo scultore Antonio Canova, Ippolito Pindemonte e Ugo Foscolo, che qui cominciò a comporre i Sepolcri.

Dal 1996, anno in cui si costituì il consorzio per il radicchio di Treviso, e quando fu ottenuto il riconoscimento IGP, la Mostra di Preganziol ha promosso il prodotto per tutelare gli agricoltori del territorio trevigiano nei mercati più lontani e si sono avviate diverse azioni che legano il Radicchio rosso come valore del territorio e della cittadinanza, come il pranzo solidale per la costruzione di una struttura per anziani e le mostre nelle scuole, perché le tradizioni non siano dimenticate.