Un luogo suggestivo in provincia di Varese, dove s’incontrano antico e moderno….

Sulla collina che domina Gazzada Schianno, presso il lago di Varese, si trova la suggestiva Villa Cagnola, dove un complesso costruito nel dopoguerra e recentemente ristrutturato offre ospitalità per congressi, ritiri spirituali ed eventi per studiosi, affianca una villa in stile romanico ottocentesco.

Il primo proprietario della villa nel Seicento fu Giuseppe Perabò, che ne fece un luogo di delizie, adatto a trascorrere tempo dedicato allo studio e alla meditazione.

Acquistata nell’Ottocento dai Melzi D’Eril, la villa fu venduta a Giuseppe Cagnola, che con il figlio Carlo ne fece una villa d’isolamento e riposo, immersa nella natura, con un grande parco all’inglese e un giardino all’italiana terrazzato e suddiviso da siepi, per passeggiare tra le fronde del bicentenario cedro del Libano, della Sofora del Giappone o del maestoso albero dei tulipani.

Senatore del Regno e deputato al parlamento nazionale, Carlo fu un grande viaggiatore e cominciò ad acquistare ceramiche, tra esemplari del Rinascimento italiano e finissimi pezzi orientali, diventando un appassionato ed esperto intenditore.

Carlo amava il rapporto con i suoi oggetti, tanto da destinarli all’uso quotidiano sulla tavola, come anche il figlio Guido, che ereditò la collezione d’arte, oggi esposta nel rispetto del gusto e delle intenzioni dei proprietari.

Passeggiando tra le sale, sotto i soffitti lignei a cassettoni, c’è una collezione antiquaria personale dove si mescolano fondi oro e dipinti rinascimentali, da Bellini e Vivarini a Bergognone ed Ercole de’ Roberti, dalla Madonna Cagnola attribuita al pittore della corte sforzesca Zanetto Bugatto e icona della collezione, fino ai vedutisti veneziani, amati dai Cagnola.

Appassionato di letteratura e di religioni, tanto da praticare a lungo il buddismo, Guido lasciò anche una meravigliosa biblioteca, luogo d’incontro d’intellettuali e poeti.

L’ultimo dei Cagnola era amico del conoscitore americano Bernard Berenson di Luca Beltrami e Corrado Ricci, di Arrigo Boito e Ludovico Pogliaghi, conobbe Gandhi e il poeta indiano Tagore.

All’età di ottantacinque anni, riconvertito al cattolicesimo, Guido donò ufficialmente la villa e la collezione alla Santa Sede, con la richiesta che in questo luogo si perpetrasse il dialogo tra il pensiero laico e quello religioso e l’Istituto Superiore di Studi Religiosi, fondato in occasione della donazione, da allora tiene fede a tutto questo.