Gustav Klimt, Egon Schiele e Oskar Kokoschka nella Vienna del 1900 idearono una serie di lavori che impostano il mondo dell’arte moderna e il Museo Cantonale d’Arte di Losanna offre fino al 25 maggio un viaggio in questo contributo degli artisti viennesi allo sviluppo dell’arte moderna.

L’esposizione racconta il confronto tra le generazioni di Klimt e Schiele, tra il simbolismo ed espressionismo e la nascita di una nuova sensibilità, con più di 170 dipinti, disegni, sculture e oggetti d’arte creati all’inizio del XX secolo. 

Il titolo della mostra non allude solo all’ipersensibilità degli artisti, ma anche alla pelle, organo rivelatore dell’anima e soggetto pittorico fra i più difficili da realizzare.

Fra gli artisti esposti, gli alfieri della Secessione viennese come Klimt, Schiele e Kokoschka che, mentre rivoluzionavano il mondo dell’arte, Freud indagava l’anima in una nuova consapevolezza dell’essere umano, ma anche un nuovo modo di dipingere e vivere.

Precedentemente ubicato nell’ottocentesco Palais de Rumine, nel nord di Losanna, il MCBA è stato il cuore di un concorso internazionale per la creazione di un nuovo distretto cittadino dell’arte che si chiama Piattaforma 10, vinto da Barozzi-Veiga.

Il sito si trova nei pressi della stazione ferroviaria centrale di Losanna, tra edifici industriali e una vecchia stazione costruita nel XIX secolo, dove la città si estende a una quota superiore.

Il dislivello e la diversa destinazione che avevano sempre isolato le due aree sono superati da una serie di rampe di connessione che consentono la fusione delle aree mediante percorsi pedonali. L’attenzione dei progettisti va dunque non sugli edifici da erigere a sedi museali, che sono piuttosto semplici e puliti, ma sull’esigenza di far spazio a un’area “inesistente”, perché non accessibile al pubblico.

Il progetto recupera il blocco della vecchia stazione, mantenendone la pianta rettangolare e alcuni dettagli, come la hall originale con la grande vetrata ad arco, oggi trasformata nel foyer del museo.

Abbattendo parte del volume sul fronte nord, Barozzi e Veiga aprono un varco tra il muro del MCBA e la parete di terreno che sale, che dal piazzale della stazione centrale si apre sempre di più fino a giungere all’edificio a pianta quadrata che ospita sia il museo di fotografia che il MUDAC, su progetto dello studio portoghese Aires Mateus.

Maggiori info sono su www.mcba.ch