Nella lunga filmografia di Mario Soldati, scrittore e regista torinese, è strano che ci possano essere film oggi andati perduti, eppure c’è un caso, quello di Italia piccola, risalente al 1957, del tutto svanito nel nulla.

Italia piccola, oltre a Nino Taranto ed Erminio Macario, nel cast vedeva un giovane Enzo Tortora, e altri caratteristi come Roy Piccolini oltre alla protagonista Rita Giannuzzi e venne girato nel paese di Arena Po della Bassa padana pavese in Cinemascope e a colori, accompagnato dalla musica di Nino Rota.

La trama del film vedeva Giuliana (Rita Giannuzzi) una ragazza che vive con suo padre Vincenzo (Nino Taranto) ad Arena Po, in Bassa Padana innamorarsi di Alberto (Enzo Tortora), suo amico d’infanzia, che la lascia incinta prima di partire per gli Stati Uniti.

Mesi dopo nasce il bambino che viene riconosciuto da Sandrin (Erminio Macario), aiutante del capostazione e da sua moglie Giorgia (Betty Foà), come loro figlio per evitare lo scandalo.

Il bambino, chiamato Pierino, cinque anni dopo ha fatto rinascere la solitaria vita del padre putativo, ma Alberto fa ritorno intenzionato a riprenderselo.

Ma Giuliana non è più interessata all’amico e per questo Vincenzo e Sandrin litigano di froane bambino, che scappa da casa, cosi Giuliana  è costretta a confessare di essere la vera madre di Pierino, portando tutto verso il lieto fine.

Racconto simbolo del melodramma alla Matarazzo, o al romanzo di De Santis e Castellani, il film di Soldati usava l’ambientazione del Po per un ritratto di un mondo di provincia ancorato a certi valori patriarcali e all’arte di arrangiarsi.

E proprio questo punto fece storcere il naso a pubblico e critico dopo la prima proiezione pubblica del film al Cinema Politeama di Piacenza il 25 ottobre 1957 alla presenza del regista, del cast e della popolazione di Arena Po, anche se le recensioni d’epoca furono anche positive.

Il successo al botteghino di Italia Piccola fu mediocre rispetto ai precedenti film di Soldati e dopo pochi mesi la pellicola fu ritirata dalle città italiane, non viene più ridistribuita e da allora se ne persero definitivamente le tracce.

Tra gli spettatori di allora c’era il dodicenne Gianni Amelio, futuro regista che in un volume su Mario Soldati del 2009 definì Italia piccola come un film che anticipava il mondo del Novecento di Bertolucci.

Oggi del film non è rimasto neanche il soggetto originale, né tantomeno la sceneggiatura e altro materiale del set quale storyboard, bozzetti preparatori, piani di lavorazione, solo un breve backstage all’interno di un Cinegiornale Luce con il set del film ad Arena Po e un divertente fuori scena con Taranto e Macario intenti a giocare a bocce.

Non è da escludere che l’insuccesso del film abbia tolto a Soldati l’idea di girare lungometraggi, infatti il successivo Policarpo, ufficiale di scrittura (1959) sarebbe stato il suo ultimo film e da allora si sarebbe dedicato a produzioni televisive tra reportage e finzione, come Orta mia (1960), nel quale ritornava alla bellezza dei paesaggi del natio Piemonte.