La decisione dello svolgimento dei Giochi olimpici 1936 a Berlino fu presa il 13 maggio 1931, quando la Germania era una repubblica democratica.

Ma, quando nel 1933 Adolf Hitler salì al potere, molte nazioni avanzarono la proposta di cambiare sede, ma il CIO rifiutò.

Anche il Führer era inizialmente riluttante all’idea di organizzare i Giochi olimpici, ma Joseph Goebbels, il ministro della propaganda, gli fece capire era un’occasione per un’efficace opera pubblicitaria.

Il governo tedesco non badò a spese, con una serie d’impianti e strutture moderne e all’avanguardia che rappresentavano il gusto architettonico dell’epoca.

Goebbels aveva capito che i giochi olimpici a Berlino rappresentavano una grande occasione per la Germania per aumentare il suo prestigio internazionale e far tacere le critiche interne con dei giochi mai visti prima.

Ad esempio presso le famiglie fu aumentata la diffusione di apparecchi radiofonici, che all’epoca erano ancora degli oggetti costosi, e il Volksempfänge dava a ogni famiglia la possibilità di ascoltare in diretta le trasmissioni dei giochi olimpici, così per la prima volta si potevano seguire le gare in diretta via radio.

Durante i giochi ci furono 3.000 trasmissioni radiofoniche in 40 paesi del mondo, in tutti i continenti e anche la televisione fece il suo debutto a Berlino, negli anni in cui la tecnologia era ancora in via di sperimentazione.

Per la prima volta nella storia dei giochi olimpici furono suonati gli inni nazionali durante la cerimonia della premiazione.

Nella delegazione olimpica della Germania c’era, tra 348 atleti, una sola ebrea, la campionessa di scherma Helene Mayer, che vinse una medaglia d’argento, ma ci fu anche la partecipazione del lottatore Werner Seelenbinder che, pur essendo comunista, ebbe il permesso di partecipare ai giochi, perché era noto all’estero per i suoi successi sportivi.

Dal punto di vista sportivo queste olimpiadi furono un successo per gli atleti tedeschi che conquistarono per la prima volta il primo posto nella classifica, con 33 medaglie d’oro, 26 medaglie d’argento e 30 medaglie di bronzo, davanti agli Stati Uniti e l’Ungheria.

L’Italia conquistò il quarto posto, con 8 medaglie d’oro, 9 medaglie d’argento e 5 medaglie di bronzo, vincendo il torneo di calcio con la nazionale del leggendario allenatore Vittorio Pozzo.

La grande star delle olimpiadi fu l’americano Jesse Owens che vinse 4 medaglie d’oro (nei 100 m, 200m, nella staffetta 4x100m e nel salto in lungo).

Hitler non condivise affatto che Jesse Owens, un atleta afroamericano, fosse al centro dell’attenzione di tutto il mondo, anche perché contraddisse del tutto la sua teoria della superiorità della razza ariana.