unnamed 2

Oggi la grande Villa Ducale è la più antica dimora signorile di Stresa, incantevole cittadina del Lago Maggiore, e venne edificata agli inizi del Settecento dalla famiglia Bolongaro di Stresa sul lungolago, non molto lontano dal centro.

Fu Giacomo Filippo Bolongaro a curare la villa fino alla morte, avvenuta nel 1780, in epoca napoleonica la villa venne separata dal giardino per la costruzione della strada del Sempione.

Nei primi decenni dell’Ottocento un giovane abate trentino, Antonio Rosmini, arrivò a Stresa, dove divenne amico della proprietaria della villa, Anna Maria Bolongaro, che gli lasciò la villa in eredità, in segno di gratitudine per il bene fatto alla popolazione della cittadina.

Durante il soggiorno del Rosmini, la villa fu luogo di ritrovo di nomi come Alessandro Manzoni, San Giovanni Bosco, il marchese Gustavo di Cavour, fratello di Camillo, oltre a cardinali, e con alcuni di loro l’abate intrattenne animate conversazioni, poi riportate nel libro Le Stresiane di Ruggero Bonghi.

Furono Manzoni e Rosmini i più assidui visitatori della villa, al punto che lo scrittore francese Gautier fece notare che i due si trovavano a Stresa nonostante spesso il tempo fosse bruttissimo, e le loro conversazioni fossero rivolte a temi molto profondi, spesso parlando dell’eternità.

Manzoni nel 1855 fu testimone della morte dell’amico abate e ne raccolse l’eredità spirituale che si racchiude in tre parole, adorare, tacere e godere.

Nel 1877 villa Bolongaro passò alla duchessa Elisabetta di Genova, e da allora ebbe il nome di villa Ducale, datogli dalla duchessa originaria di Sassonia e madre di Margherita, che sposando Umberto I divenne Regina d’Italia.

In onore della regina Margherita, per festeggiare la sua prima comunione gli stresiani crearono le margheritine di Stresa, biscotti considerati ancora oggi il simbolo della cittadina.

Cosi villa Ducale fu un ritrovo di re. principi e sovrani, come re Giovanni Nepomuceno di Sassonia (padre di Margherita), Vittorio Emanuele II, la regina di Haiti, la regina di Baviera e la regina di Rumenia.

Nel 1942 il padre rosminiano Giovanni Pusineri raccontò nelle sue memorie quelle visite, quando c’erano ancora a Stresa uomini e donne che ricordavano il solenne ricevimento in onore della Regina e dell’erede del trono e quando, all’avvicinarsi del battello dal Verbano, tuonavano i cannoni sulla riva del lago e s’intonava la marcia Reale, mentre le autorità del luogo con la popolazione di Stresa e dei dintorni rendevano omaggio agli amatissimi e benefici ospiti.

Dal 1966 la Villa è la sede del Centro Internazionale di Studi Rosminiani per promuovere non solo la cultura in generale, ma in particolare anche il pensiero e l’opera di Rosmini.

L’edificio si trova sopra un basamento che viene utilizzato come terrazza ed è circondato da raffinate balaustre, mentre la scalinata esterna a due rampe sorretta da colonne risale al Settecento, con le ringhiere in ferro battuto in stile rococò.

Nell’Ottocento la principessa Elisabetta incaricò l’architetto Pietro Bottini, che fu l’autore di altri lavori nelle ville sul Lago Maggiore, di effettuare varie migliorie interne, come la saletta privata della duchessa di Genova, ornata da fiori dipinti e collocata al piano rialzato, tutt’ora visibile, realizzata con la tecnica della scuola lombarda, con il portico a tre arcate e le finestre decorate con stucchi.

In quel periodo ci fu anche la sostituzione degli antiquati pavimenti in legno con altri a mosaico.

All’esterno, il giardino vide l’arrivo di nuove essenze rare e pregiate, con numerose piante esotiche tra cui una maestosa canfora e un antico cedro del Libano.