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Le attese Olimpiadi di Mosca nel 1980 non ebbero un buon inizio, infatti, dopo l’invasione dell’Afganistan da parte delle truppe sovietiche, iniziata nella notte di Natale del 1979, il presidente americano Jimmy Carter minacciò il boicottaggio dei Giochi di Mosca se i soldati dell’Unione Sovietica non si fossero ritirati prima del 20 febbraio 1980.

La mancata risposta da parte dell’URSS portò al più grande boicottaggio della storia olimpica, infatti, furono sessantacinque i paesi che rifiutarono di inviare i loro atleti a Mosca.

Oltre agli Stati Uniti, rinunciarono Canada, Cina, Germania, Giappone, Kenia, Norvegia, mentre altri decisero di prendere parte alle gare, come Australia, Danimarca, Gran Bretagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Nuova Zelanda, Olanda, Spagna, Svezia.

Nel frattempo, tre giorni prima dell’inizio della manifestazione, il Cio elesse il nuovo presidente, lo spagnolo Juan Antonio Samaranch.

L’Italia decise per la partecipazione, ma il nuovo presidente del Coni Franco Carraro impose che gli atleti militari restassero a casa e che, nella cerimonia d’apertura, la squadra sfilasse senza la bandiera nazionale e con la sola scritta Coni sul cartello di presentazione.

Mosca fu teatro di pagine esaltanti per lo sport italiano, come la vittoria di Pietro Mennea sui 200 metri, e l’affermazione di Sara Simeoni nell’alto e del marciatore Maurizio Damilano sui 20 chilometri.

Alla fine gli azzurri ebbero otto medaglie d’oro, quella del tiratore a volo Luciano Giovannetti. Seguiranno quelle di Patrizio Oliva nel pugilato, della squadra di Completo, di Ezio Gamba nello judo e di Claudio Pollio nella lotta.

Tra le imprese della ventiduesima Olimpiade ci fu quella degli inglesi Sebastian Newbold Coe e Stephen Michael John Ovett, re del mezzofondo mondiale.

La gara degli 800 metri piani, che vedeva favorito Coe, fu vinta a sorpresa da Ovett, mentre nei 1500 metri piani, Ovett terminò addirittura terzo, dietro a Coe e al tedesco orientale Jürgen Straub.

L’etiope Miruts Yifter si aggiudicò l’oro nei 5000 e nei 10000 metri piani, ripetendo l’exploit del finlandese Lasse Virén nelle due precedenti Olimpiadi, mentre il tedesco orientale Waldemar Cierpinski vinse il secondo titolo olimpico consecutivo nella maratona.

Nel nuoto, il russo Vladimir Valer’evič Sal’nikov fu oro nei 400 e nei 1500 metri stile libero stabilendo il nuovo record del mondo nei 1500 con il tempo di 14’58″27, mentre tra le donne, l’australiana Michelle Jan Ford e la sovietica Lina Kačiušytė riuscirono ad arginare le tedesche dell’Est.

Nella ginnastica, assente il Giappone, i sovietici si aggiudicarono quasi tutte le medaglie, ben 8 furono vinte da Aleksandr Nikolaevič Ditjatin, primo atleta in grado di centrare tale risultato in una sola Olimpiade e primo ginnasta di sesso maschile nella storia delle Olimpiadi a totalizzare un 10, ottenuto nel cavallo con maniglie.

Nikolaj Efimovič Andrianov conquistò due medaglie d’oro, due e una di bronzo concludendo la su carriera con 15 medaglie in 3 partecipazioni olimpiche.

Invece Nadia Comăneci si piazzò seconda ex aequo con la tedesca orientale Maxi Gnauck nel concorso individuale dietro alla sovietica Elena Viktorovna Davydova, ma mantenne il titolo olimpico alla trave e ottenne l’oro a pari merito con Nelli Kim nel corpo libero, conquistando l’argento nel concorso a squadre.

Tra gli sport di squadra, il torneo di pallacanestro maschile vide la vittoria della Jugoslavia, impostasi su un’Italia che in semifinale aveva eliminato la favorita Urss, poi vincitrice del torneo femminile, mentre nel calcio la Cecoslovacchia si aggiudicò il titolo olimpico superando nella finale i campioni della Germania Est.