Gibellina, nel cuore della Sicilia, è una città dalla doppia identità, dopo la ricostruzione negli anni che seguirono al terremoto che, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, colpì la Valle del Belìce, con paesi come Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago.

Allora Gibellina, fondata su cinque colline, era prevalentemente costruita in uno stile arabo-medievale ricco di viuzze strette.

Oggi Gibellina è una città tornata a vivere grazie al sindaco Ludovico Corrao, intellettuale illuminato e poi Senatore della Repubblica, che chiese aiuto ai suoi amici pittori, architetti e poeti per ridisegnare la città, come Alberto Burri, Mario Schifano, Franco Angeli, Andrea Cascella, Pietro Consagra, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Palladino e intellettuali come Leonardo Sciascia, che spesero le loro energie per la ricostruzione.

La nuova città fu inaugurata il 3 giugno 1979 con una cerimonia che si svolse tra i ruderi del paese vecchio, con la rappresentazione dell’Orestiade di Eschilo nella versione del poeta e artista siciliano Emilio Isgrò.

Gibellina nuova è un museo permanente con sculture disseminate per le vie ed edifici che diventano opere d’arte, secondo i criteri moderni ispirati all’architettura postmoderna e concettuale.

Tra gli edifici da visitare ci sono la Chiesa sferica di Ludovico Quaroni, il Giardino Segreto di Francesco Venezia, che racchiude la facciata della cattedrale terremotata, Meeting, la scultura-edificio polivalente di Pietro Consagra, il Sistema delle piazze di Laura Thermes e Franco Purini, il Municipio di Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà.

Da non perdere il Grande Cretto di Alberto Burri, che sorge sulle macerie dell’antica città, coperte con una colata di cemento bianco lasciando però inalterato l’impianto viario.

Presso il Cretto Burri, al Teatro dei ruderi, ogni anno, si svolgono le Orestiadi, un festival internazionale con manifestazioni tra rappresentazioni teatrali e quelle musicali, dalla pittura alla scultura, al cinema e tanto altro.

Dal 1992 nacque anche la Fondazione Istituto di alta cultura Orestiadi, con sede operativa presso il Baglio Di Stefano, una masseria ottocentesca, appena fuori dalla nuova Gibellina, composta da un grande edificio centrale che divide la vasta area interna in due corti: quella più bassa, riservata ai proprietari e quella più alta per gli usi agricoli, che si occupa di organizzare la rassegna.

Oltre alla sede della Fondazione il Baglio ospita il Museo delle Trame Mediterranee, una collezione d’arte e reperti archeologici di Sicilia, Nordafrica e vicino Oriente, tra tessuti, tappeti, legno, ceramica, argento, gioielli, vestiti e paramenti, armi e architetture.

Da vedere anche il Museo Civico che ospita una delle poche collezioni d’arte contemporanea della Sicilia, con decine di opere di Mario Schifano, Mimmo Rotella, Salvatore Fiume, Lucio Fontana, Antonio Corpora, Giulio Turcato, Carla Accardi, Franco Angeli, che hanno come filo rosso Gibellina e il terremoto del 1968, di cui rappresentano un’uniforme testimonianza.