Da metà agosto il grande jazz torna a Torino con il suo festival più rappresentativo, Torino Jazz Festival, dopo che l’emergenza sanitaria aveva costretto la città a rinviare l’ottava edizione della manifestazione da aprile a ottobre.

Ora i direttori artistici del Festival, Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, per un forte spirito di ripartenza, hanno deciso di dividere la rassegna in due fasi, una estiva e l’altra autunnale.

La prima si svolgerà dal 21 al 30 agosto sotto il segno della musica dal vivo con un cartellone composto da dieci concerti serali di qualità, mentre la seconda, in programma a ottobre, prevede 30 concerti in una dozzina di jazz club e locali che da sempre ospitano a Torino questo genere musicale.

Nonostante le difficoltà logistiche dovute al momento, il TJF 2020 presenterà produzioni originali, oltre a importanti nomi di jazzisti italiani e molti artisti del panorama internazionale.

La parte estiva della manifestazione, ancora in via di definizione, sarà realizzata, osservando le scrupolose norme di sicurezza per il pubblico, gli artisti sul palco e il personale al lavoro, nel cortile di Combo, un ostello costruito negli spazi dell’ex caserma dei pompieri di Porta Palazzo, in corso Regina Margherita e inserita all’interno del palinsesto cittadino Torino a cielo aperto.

I dieci concerti di agosto del Torino Jazz Festival 2020 saranno annunciati nel corso di una conferenza stampa il 24 luglio.

Torino e il jazz hanno una storia lunga quasi un secolo, nelle sue strade è nato il primo Jazz Club del paese nel 1933, Louis Armstrong ha debuttato qui su un palco italiano nel 1935 e, nello stesso anno, il musicologo Massimo Mila ha pubblicato il saggio Jazz Hot, uno dei primi approcci a questa musica.

Il Torino Jazz Festival è stato inaugurato nel 2012 per raccontata un genere musicale che vanta una forte tradizione locale e da allora ha visto migliaia di musicisti e il pubblico lo considera un classico appuntamento della stagione primaverile.

Molta strada è stata fatta dalla prima edizione diretta dal critico e conduttore radiofonico Dario Salvatori dove, sul palco pomeridiano allestito in Piazzale Valdo Fusi suonò Ahmad Jamal.

Il main stage in Piazza Castello in quei giorni ospitò Dionne Warwick, Carla Bley, Billy Cobham e altri, fino all’esibizione in trio di Stefano Bollani, che fu funestata da un terribile nubifragio.

Era il battesimo ideale per un festival destinato a lottare negli anni con il mutevole meteo primaverile.

Nell’attività notturna era da vedere il Concerto sulla Zattera in mezzo al Po; un format ideato dal curatore del Fringe Jazz Furio Di Castri che si sarebbe ripetuto per varie edizioni.

Dal 2013 è arrivato il cambio di rotta con la direzione artistica di Stefano Zenni, che ha dato una connotazione ancora più internazionale al Torino Jazz Festival.