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Una teologa, giornalista, scrittrice italiana, donna libera ed eremita, che per tutta la vita lottò in quello che credeva…

Adriana Zarri nacque il 26 aprile 1919 a San Lazzaro di Savena, nelle vicinanze di Bologna e da ragazza aderì ad Azione Cattolica, divenendo una dirigente chiave.

Per il suo lavoro come politica visse in diverse città italiane, in particolare Roma, fino al settembre 1975, quando decise di andare a vivere in un cascinale di campagna in totale solitudine.

La decisione fu comunicata agli amici tramite una lettera che annunciava un trasloco non per motivi pratici ma a causa di una scelta di vita da eremita, presso una vecchia cascina, dove trascorrere la vita nella preghiera e nel silenzio.

Da quell’anno Adriana seguì uno stile di vita austero e monastico nel cuore del Piemonte, dapprima ad Albiano, poi a Fiorano Canavese, e infine, dalla metà degli anni Novanta, a Strambino, in provincia di Torino.

Il suo vivere da eremita era semplicemente un vivere in solitudine perché in quel mondo si ha il momento privilegiato dell’incontro, ma non rinunciò all’impegno civile, sostenendo le sue idee, spesso contro il consumismo e il capitalismo, facendo dichiarazioni che andavano contro il modo di vivere di quegli anni.

Adriana Zarri fece anche delle scelte radicali nei confronti della Chiesa, che amava, ma di cui contestava alcuni comportamenti, inoltre collaborò con L’Osservatore Romano, Rocca, Studium, Politica oggi, Sette Giorni, Il Regno, Concilium, Servitium e Adista, i periodici Avvenimenti, MicroMega e il settimanale Anna e nel quotidiano il manifesto aveva una rubrica domenicale, Parabole.

Partecipò anche come ospite fissa alla trasmissione televisiva Samarcanda condotta da Michele Santoro.

La teologia della Zarri dubitava dell’esistenza dell’Inferno e prendeva  le distanze dal disinteressamento nei confronti della religione quanto dai movimenti cristiani degli anni Ottanta, preferendo la ricerca di Dio nel silenzio e nella solitudine, come dimostrano le numerose opere letterarie e saggistiche, tra cui Erba della mia erba. Resoconto di vita (Cittadella, 1998) e Vita e morte senza miracoli di Celestino VI (Diabasis, 2008) e Un eremo non è un guscio di lumaca (Einaudi, 2011).

Con la sua scelta da eremita, Adriana Zarri è stata la testimone di un modo nuovo di andare  incontro al mondo, usando la potenza della parola, meditata, a volte scomoda, a tratti polemica, ma sempre potente.

La grande teologa mori nella sua casa di Crotte di Strambino il 18 novembre 2010.