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L’8 dicembre del 1980, quattro colpi di pistola sparati dal fanatico Mark David Chapman, misero fine alla vita di John Lennon, proprio davanti alla sua abitazione al Dakota Building a Central Park a Manhattan.

Chapman era uno squilibrato, che aveva già avuto diversi problemi con la giustizia, ossessionato dai Beatles e in particolare da John Lennon. Portando al culmine i suoi deliri, arrivò appositamente dalle Hawaii a New York, cercando di incontrare l’ex beatle.

Lennon era da pochi mesi tornato alla grande sulla scena musicale dopo cinque anni di silenzio, in cui si era dedicato completamente alla famiglia e a crescere suo figlio Sean, avuto da Yoko Ono. Aveva da poco pubblicato il suo ultimo album Double Fantasy, che era balzato subito in vetta alle classifiche di tutto il mondo, trascinato dal brano Woman.   Chapman attese tutto il giorno Lennon, lo incontrò una prima volta nel pomeriggio gli strinse la mano e si fece firmare un autografo sulla copertina di Double Fantasy. Ad assistere alla scena il fotografo Paul Goresh, che immortalò il momento in una celebre fotografia che ritrae l’assassino insieme alla sua futura vittima.

Chapman rimase in attesa sul posto per altre quattro ore. Alle 22.52, vedendo Lennon rientrare insieme alla moglie Yoko Ono, Chapman lo chiamò “Ehi, Mr. Lennon!”, quindi gli esplose contro cinque colpi di pistola. Quattro dei proiettili colpirono Lennon, uno di questi trapassò l’aorta. Trasportato d’urgenza al Roosevelt Hospital, John Lennon fu dichiarato morto alle 23:15. Al momento dell’omicidio, Chapman aveva con sé una copia de “Il giovane Holden” di J. D. Salinger. Si mise seduto e iniziò a leggere delle pagine in attesa dell’arrivo della polizia.

La notizia si sparse prima a New York e poi nelle ore seguenti in tutto il mondo, con i mezzi di comunicazione che non erano quelli odierni. Fu un vero e proprio shock. La fine definitiva di un’epoca, quello che colpì fortemente fu non solo la morte violenta di uno dei Beatles a soli quarant’anni, ma anche il fatto che il pacifista rock per eccellenza, venne ucciso da un’arma da fuoco.

John Winston Lennon nacque il 9 ottobre 1940 a Liverpool nel Maternity Hospital in Oxford Street e i suoi genitori, Julia Stanley e Alfred Lennon, si separarono già nell’Aprile del 1942 quando Alfred si imbarcò per poi tornare nel 1945 con l’intenzione di riprendersi il figlio e di portarlo con sé in Nuova Zelanda.

John, invece, preferì restare con sua madre che lo affidò alle cure di sua sorella Mimì, che gli diede un’educazione rigida, ma improntata a un sostanziale affetto e rispetto.

Lo spirito di Lennon era già ribelle, impetuoso, avido di libertà e di nuove esperienze, tra i suoi svaghi principali consistevano nell’andare al cinema o nel partecipare ogni estate al grande Galden Party che si teneva nella locale sede dell’Esercito della Salvezza Strawberry Fields, che verrà poi immortalata in uno dei successi dei Beatles.

Nel 1952 John s’iscrisse alla Quarry Bank High School e la madre Julia gli insegnò a suonare un banjo.

La prima apparizione in pubblico dei Quarry Men, il primo complesso fondato da Lennon, avvenne il 9 giugno 1957 e il 9 luglio, nel corso di un concerto che si tenne a Woolton, il loro sound impressionò profondamente Paul McCartney, che alla fine del concerto chiese a John di essere sentito per alcuni minuti accompagnandosi con la chitarra eseguendo dei classici del rock ‘n roll, come Be Bop A Lula e Twenty Flight Rock.

John fu colpito dal fatto che quel ragazzo non solo usava degli accordi che lui ignora, ma anche perchè conosceva perfettamente i testi di quelle canzoni.

E così nacque il duo Lennon-McCartney e ebbe inizio l’avventura dei Beatles e della loro leggenda.

Il 15 luglio 1958 Julia morì investita da un’auto mentre è insieme al figlio, mentre i Quarrymen, cui si era unito George Harrison, registrarono su nastro due brani That’ll be the day e Inspite of all the danger che successivamente furono trasferiti su cinque acetati, di cui ne sono rimasti solo due in possesso rispettivamente di Paul McCartney e John Lowe.

John Lennon, uno dei geni musicali del Novecento, il pacifista, l’attivista politico, il paladino dei diritti, l’uomo capace di andare dritto al cuore della gente con parole semplici e vere.

Pochi giorni prima di essere assassinato, John Lennon disse al giornalista David Sheff, in una lunga intervista “Il Mahatma Gandhi e Martin Luther King sono esempi perfetti di persone fantastiche, non violente, morte in modo violento. Non riuscirò mai a capirlo. Siamo pacifisti, ma non so che cosa significa essere così pacifisti e finire per essere uccisi. Non riesco a comprenderlo”. Una beffa del destino. Quattro colpi di pistola che hanno messo fine non solo alla vita di un uomo, ma a un mito vivente, amplificandolo ulteriormente.

Quattro colpi di pistola che hanno fermato per sempre il sogno di avere anche per un solo giorno i Beatles riuniti.

Imagine all the people

Living life in peace…