tappo ravenna

Una squadra che ha con sé tutto il rosso e il giallo della Romagna…

La nascita ufficiale di un sodalizio calcistico a Ravenna risale ufficialmente al 21 aprile 1913, grazie ad Angelo Fabbri con la fondazione della sezione Calcio dell’U.S. Ravennate, che prende i colori giallorossi. La prima partita ufficiale fu un’amichevole contro il Forlì nel campo della locale Piazza d’Armi.

Al termine della prima guerra mondiale, viene fondata una seconda società calcistica con la fusione con l’Excelsior, l’Audace Football Club. Un anno dopo, esattamente il 25 gennaio 1920 le due società si fondono, dando vita all’Unione Sportiva Ravvenate.

L’esordio del Ravenna in un campionato FIGC avviene sul campo della Pro Ferrara nel girone C del campionato di Promozione 1920-1921 e sette anni dopo, nel campionato di Terza Divisione 1927-1928, il Ravenna, allenato da Adolf Maurer, fece il suo primo campionato con Cecco Cortesi, destinato a diventare il più grande capocannoniere nella storia della società ravennate, che riuscì a segnare 139 gol durante la sua permanenza in giallorosso.

Gli anni Trenta cominciarono con una promozione in Prima Divisione arrivata al termine del campionato di Seconda Divisione 1929-1930 e la partita d’esordio in Prima Divisione fu positiva, con il Ravenna che batté il Pisa con il risultato di 4-0.

Al termine della stagione di Prima Divisione 1930-1931 i giallorossi, allenati da Dimeny, arrivarono ottavi.

Nella seconda metà degli anni Trenta, i ravennati rimasero imbattuti in casa per ben 63 mesi, dal 29 novembre 1936 al primo marzo 1942, con 66 vittorie e 5 pareggi tra le mura proprie e, dopo la seconda guerra mondiale, alla ripresa dei campionato di Serie C, A.C. Ravenna e Società Sportiva Edera si fusero nella Società Sportiva Edera Ravenna con Mario Gritti. Nel 1944, partecipata al Torneo Misto Alta Italia, conquistando il 3° posto nel girone emiliano – romagnolo.

Nell’agosto 1949 cessò il sodalizio con l’Edera e la società presieduta da Guglielmo Strocchi, cambiò denominazione in Unione Sportiva Ravenna con diversi allenatori, Riparbelli, Prendato, Maurer, Bodoira e Mazzoni, che disputarono dei campionati a livello dilettantistico altalenandosi tra Promozione regionale e IV Serie, alle prese con diversi problemi economici. Nel 1958, arriva una svolta quando nacque la nuova società della Sarom Ravenna, con il nome della locale raffineria.

Dopo l’epoca della Sarom, durata dal 1954 al 1964, in dieci anni arrivarono due promozioni nel giro di tre anni, uno Scudetto Dilettanti e una promozione sfumata in Serie B a due giornate dalla fine.

Nel 1964 riassume la denominazione di Unione Sportiva Ravenna, con Bosi in panchina, fece un torneo ottimo, perdendo soltanto nelle ultime giornate, poi attraversò un periodo difficile caratterizzato da scarsi risultati e da situazioni economiche problematiche riflesse che sull’aspetto tecnico, che sulla panchina. Nel 1966-67, si salva dalla retrocessione, vincendo lo spareggio salvezza con lo Jesi. Ma la caduta nei dilettanti è solo rimandata, arriva infatti al termine della stagione di Serie C 1970-1971, dopo 14 anni di permanenza consecutiva.

Il periodo in Serie D durò una stagione poi, alla fine della stagione, il Ravenna vinse il girone D della Serie D rientrando subito in Serie C dove vi restò per quattro stagioni per poi retrocedere di nuovo.

Lasciata la Serie C al termine della stagione 1975-1976, i giallorossi piombarono fino alla Promozione ove vi rimase fino al 1982, con il ritorno in C2.  Le basi della risalita vengono gettate nella stagione 1980-81 la squadra romagnola affidata, in panchina al Prof. Landi, e come D.S. può contare su Rino Foschi (poi a Palermo, Genoa, Toro, Cesena e Verona), centra il doppio passaggio, prima in Interregionale e poi in C2, vincendo entrambi i campionati. Il campionato di C2, viene concluso al 12^ posto, con Landi che viene sostituito da Paolone Ferrario, in campo troviamo il giovane Dadina tra i pali, poi al Cesena in B e A, il fantasista Balacich, il libero e capitano Farabegoli.

Nella stagione successiva la squadra del Presidente Saturno Bucci, si affida alle cure dell’esperto trainer Vasco Tagliavini, potendo contare anche sull’apporto del veterano libero Francesco Scorsa, bandiera dell’Ascoli di Rozzi in Serie A, ma le cose non funzionano e i giallorossi retrocedono nuovamente in Interregionale.

Immediata la risalita, grazie anche a un giovanissimo giocatore dalla zazzera bionda che fa ammattire i tifosi, il funambolico Marco Nappi, che poco più che 17enne, segna 13 reti, contribuendo notevolmente alla vittoria finale.  La stagione successiva, pur cambiando ben 37 giocatori e due tecnici, centra un ottimo 4° posto. Ai nastri di partenza del campionato 1986-87 la squadra è ancora affidata ad Eugenio Fantini, ma la conclude Giancarlo Magrini. Annata seguente 11° posto sempre in C2, con in campo Massimo Mezzini che segna 11 reti.

1989-90 vede i ravvenati per la prima inseriti nel girone Nord della Serie C2, con in panchina Marino Perani, ex bandiera del Bologna, per una parte del cammino. In squadra, In squadra il portiere Cesidio Oddi, la giovane e tecnica punta Sgherri.

Gli anni Novanta si aprono con l’approdo alla presidenza della Famiglia Corvetta, armatori locali, che preparano un programma ambizioso per il sodalizio giallorosso. Arrivano due ex bandiere del Verona, dell’era Garonzi, come D.T. Giancarlo Cadè, una vecchia volpe dei campi di gioco ed in panchina Pier Luigi Busatta. 1992-93, Corvetta non vuole lasciarsi sfuggire il salto di categoria, affidandosi all’ora quasi esordiente Gigi Del Neri. Nella rosa diversi giocatori importanti, in difesa Sotgia e Stefano Torrisi (ex Bologna, Parma, Milan, Reggina), centrocampo con sempre Antonioli in regia. In attacco il fantasista Buonocore (idolo della tifoseria), Cosimo Francioso, Pisasale e Sambo. I ravennati, centrano la storica promozione in C1, senza particolari problemi.

In C1, troviamo in panchina un altro tecnico di belle speranze Francesco Guidolin, che si basa sul blocco della stagione precedente. Tra i pali schiera il 22enne Francesco Toldo, sulla classe di Lamberto Zauli. in attacco l’ariete Loris Pradella, ideale terminale per il gioco di Buonocore e Francioso, supportati a loro volta dall’esterno Cristiano Scapolo. Un cammino importante sin dall’avvio di stagione, con un ottimo gioco, portano i giallorossi in testa, e all’approdo per la prima volta in Serie B con il Vicenza.

L’impatto con la nuova categoria non fu molto positivo. Per la serie cadetta, dalla settima giornata in panchina l’esperto Pierluigi Frosio, alla scrivania a Beppe Marotta (ora all’Inter), mantenendo gran parte della rosa della stagione precedente, a cui si aggiungono lo sfortunato Enrico Cucchi, in porta Davide Miccillo in avanti una coppia formata da Tacchi (III°) e “Bobo” Vieri. I 12 goal di Vieri, però non bastano alla salvezza e arrivano il 18° posto che riporta in C1.

Dalla C1, riparte sempre con Marotta e Rino Foschi, che torna a occupare la carica di D.S. e in panchina un altro emergente Alberto Cavasin. La squadra perde i goal di Vieri, ma trova quelli di Fabris e di Insanguine. In porta Doardo e in difesa William Viali, oltre alla solita verve di Buonocore a metà campo, dove in cabina di regia troviamo Massimo Gadda. Centra i play-off, con il 5° posto, ma viene superata in semifinale dalla Pistoiese (0-0 e 0-1)

La squadra viene poi affidata a un vero esperto della categoria come Giorgio Rumignani, che inserisce in difesa Vittorio Mero, oltre ad un vero totem della categoria come Pregnolato. In attacco arriva il bomber Stefan Schwoch, dal Livorno. Pione conquistata con largo anticipo, trascinata dai 21 goal di Schwoch e dalle giocate di Zauli, che sigla anche 6 reti.

In B, la Famiglia Corvetta, affida la squadra a un altro “emergente”, di sicuro valore, come Walter Novellino (Sampdoria), inserendo in rosa, che rimane la stessa, giocatori di esperienza, come Iachini e Luppi, centrando così la miglior stagione in serie cadetta, con l’8° posto, nonostante i 3 punti di penalizzazione. Nel 1997-98, in panchina troviamo Sandreani, gli innesti più importanti sono in difesa Sean Sogliano e per il centrocampo, il capelluto ex Inter e Ancona, Felice Centofanti, il fantasista Ciccio Dell’Anno e Bergamo. La squadra naviga in brutte acque, e viene affidata a Santarini, che la conduce in salvo. Nel campionato seguente in attacco può contare sul bomber Andrea Silenzi. 1999-00 tocca ad Attilio Perotti, la guida tecnica; tra i giocatori in porta Cervone, in avanti la coppia Murgita e Grabbi, con il Ravenna che si conferma ancora a metà classifica.

Per la stagione 200-01, la squadra presenta oltre ai soliti Dell’Anno, Pregnolato, Sotgia, anche Gelsi, Dal Moro, Colacone, Scarlato, oltre al ritorno di Scapolo dal Napoli e la meteora bulgara Chomakov. In panchina si alternano in molti ma la formazione romagnola non si solleva dal fondo, concludendo al penultimo posto scivolando in C1. Una retrocessione che porta con sé, anche il fallimento societario e la conseguente fine dell’era-Corvetta, la migliore per i colori giallorossi. La ripartenza dall’Eccellenza, con una nuova società chiamata Ravenna Calcio 2001, due stagioni dopo è nuovamente in C2.

Nel 2003-04, il Ravenna affronta la C2 con un cambio societario, arriva la Famiglia Ferlaino, che aveva guidato il Napoli di Maradona, alla conquista degli scudetti, ma la squadra vive un’annata travagliata. 2004-05, la presidenza passa a Gianni Fabbri che opererà in coppia con il d.s. Giorgio Buffone, affidando la panchina a Paolo Dal Fiume. Arriva ai play-off, grazie anche alle reti di Moscelli, dove in finale supera la Lodigiani e torna in C1.

2006-07 in panchina confermato Dino Pagliari per una formazione che punta senza mezzi termini alla serie cadetta, prendendo a piene mani uomini dal Pavia. I giallorossi a sorpresa sono inseriti nel girone meridionale, dove vanno in testa fin dalle prime giornate, ingaggiando un lungo duello con l’Avellino. Al termine della stagione i ravennati vinceranno il campionato con tre punti di vantaggio. L’attacco della squadra è veramente stratosferico con gran mattatore della stagione Succi, con 18 centri in 34 gare, ma fa ancora meglio l’esperto Chianese con 19 reti in 32 presenze.

In serie cadetta, la squadra è ancora affidata a Dino Pagliari, che si avvale del gruppo della cavalcata vincente della stagione precedente. Gli innesti sono Robson-Machado Toledo e Fofana, oltre all’esperto Olive (ex Perugia e Bologna), e l’ex juventino Mark Juliano. L’inizio è promettente ma a durante il cammino la squadra scivola sempre più sul fondo, chiudendo l’annata al ventesimo posto con solo otto vittorie stagionale, nonostante le 17 reti di Succi e i continui cambi di tecnico tra Pagliari e Varrella. Un bottino che riporta i giallorossi nella serie inferiore.

In Prima Divisione, con Atzori in panchina chiude al terzo posto, trascinata dalle reti di Zizzari.

La stagione 2010-11 vede il Ravenna disputare un buon girone d’andata, ma poi finire per salvarsi ai play-out per via di una penalizzazione di sette punti. Nell’estate 2011 la società è travolta dallo scandalo calcio scommesse, con l’arresto del DS Giorgio Buffone e diverse persone delle società. Quindi il Consiglio Federale decide di non ammettere il club giallorosso ai campionati professionistici. Viene iscritto in Serie D, ma disputa un campionato fallimentare, culminato con la retrocessione in Eccellenza. Il 29 giugno 2012 il Ravenna viene dichiarato fallito e cancellato da tutti i campionati italiani. Viene creata una nuova società che viene iscritta al campionato di Promozione, con la squadra affidata all’ex difensore Affatigato, che centra subito l’approdo in Eccellenza. Al termine della stagione 2014-15 conquista la Serie D vincendo i play-off contro il Ghivizzano, a cui segue poi una salvezza sofferta. Nella stagione 2016-17, i giallorossi guidati dalla bandiera Mauro Antonioli partono in sordina, conquistando poi la promozione in Serie C, nel finale.

Nella stagione 2018-19, raggiunge il 7º posto con Foschi in panchina, in classifica che vale la qualificazione ai playoff. La stagione successiva 2019-20 sempre con Foschi, fatica a ingranare e rimane nei bassi fondi della classifica. Retrocedendo sul campo, dopo i play-out contro il Fano. Nell’estate viene però ripescata in Serie C con la squadra affidata a Giuseppe Magi, sostituito poi da Leonardo Coluccci.